Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

mercoledì 26 ottobre 2011

Il PD che non c'è

«Signor ministro dell’Economia e delle Finanze, per incarico del presidente della Camera dei deputati, Le comunico che l'Ufficio di presidenza ha deliberato di mantenere l'importo della dotazione per l'anno finanziario 2014 nella medesima misura già prevista per gli anni 2012 e 2013. L'importo della dotazione richiesta per ciascun anno del triennio 2012-2014 è quindi pari a euro 992.000.000». Firmato: il segretario generale Ugo Zampetti.

In altre parole, la Camera dei Deputati ha deciso di non ridurre di un solo Euro i suoi costi per i prossimi tre anni: continuerà a costare circa 1 miliardo di Euro all'anno, di cui la metà per stipendi e vitalizi.  Ne consegue che la riduzione del 50% del numero dei parlamentari è svanita. Oppure, la metà rimanente, si raddoppierà lo stipendio.

Giudicare vergognosa questa decisione significa alimentare l’antipolitica? Allora corro questo rischio. Non voglio essere accomunato ad una classe politica che mette i suoi privilegi al di sopra di ogni necessità e urgenza degli italiani.

Giudicare dei rinnegati i deputati del PD non fanno sentire alto il loro dissenso da questa scelta significa rischiare la sospensione dal partito? Allora corro questo rischio. Non è questo il PD per il quale spendo la mia faccia. Anzi: non è questo il PD. Accondiscendere queste scelte significa negare i valori fondativi del PD. Poco importa che le altre forze politiche possano giudicare "normale" questi comportamenti.

Esprimo una convinzione che sono certo sia largamente condivisa dalla nostra base: se il PD vuole diventare un partito credibile agli occhi degli elettori deve fare scelte non equivoche su queste materie. Ridurre del 50% il numero dei parlamentari è un processo lungo e dai pesanti riflessi sulla rappresentanza democratica. Ridurre del 50% la loro retribuzione è un processo rapidissimo: basta volerlo.

Le prossime elezioni devono essere l'occasione per portare in Parlamento rappresentanti di un PD più coerente ai valori che proclama, ma fatica a praticare.

Un PD che, purtroppo, adesso non c'è.

venerdì 21 ottobre 2011

Cui prodest scelus, is fecit

Era un criminale, Mu’ammar Gheddafi . Il suo era un regime fondato sulla violenza e sul sopruso. Sul rifiuto di ogni forma democratica . Per anni il leader libico ha sostenuto il terrorismo internazionale. Forse la sua fine non poteva essere diversa. Diversa dalla fine di quasi tutti i tiranni sanguinari quando la loro dittatura viene travolta e finisce in modo cruento.

Era un criminale blandito dalle democrazie europee, Mu’ammar Gheddafi. Che fondano i propri regimi su Costituzioni democratiche. Ma ispirano il proprio agire al più prosaico “pecunia non olet”. E la sua morte fa più comodo a molte di esse più di quanto sia utile al popolo libico. Da un suo processo in sede internazionale sarebbero emersi fatti e particolari alquanto imbarazzanti; inconfessabili. Forse anche per questo, da molte cancellerie, sono venute dichiarazioni di soddisfazione. Tanto affrettate quanto improprie, a ben vedere. Difficili da conciliare con le norme del diritto internazionale che pure governi e governanti dicono di rispettare.

Le immagini della cattura e degli ultimi momenti di vita del rais sono state rilanciate dai media quasi fossero uno spettacolo di eccellenza; di rilevanza internazionale. La rete, con la sua pervasività e capillarità globale, ha fatto il resto. La giusta esultanza di un popolo per la fine di un regime è stata equiparata allo scempio di un cadavere calpestato. 

Ma la morte non meno che la vita di un uomo meritano rispetto. Indipendentemente dalle responsabilità di questi quando era in vita. Farne spettacolo non costruisce nulla. E’ una barbarie. Paragonabile a quelle di cui il colonnello si è reso responsabile nei 42 lunghi anni di regime.

martedì 18 ottobre 2011

I numeri di Caritas e Citigroup

Ieri e' stato presentato il rapporto annuale sulla poverta' in Italia curato da Caritas e Fondazione Zancan. I dati sono impressionanti: sono 8,3 milioni i cittadini che vivono in povertà, pari al 13,8% della popolazione; il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di essi non studia e non lavora. Le richieste di aiuto ai centri di aiuto Caritas sono aumentate dell'80%, in gran parte sono cittadini italiani.

Ieri il colosso finanziario Citigroup ha comunicato l'utile del terzo trimestre 2011: 3,8 miliardi di dollari con un incremento del 73,8% rispetto al medesimo periodo del 2010. E' appena il caso di ricordare che Citygroup e' stata sull'orlo del fallimento nel 2009, pochi mesi dopo Leman Brothers, ed e' stata salvata da massicce iniezioni di aiuti da parte del tesoro americano, cioe' di tasse pagate dai cittadini statunitensi.

Solo la povertà aumenta più rapidamente degli utili di Citigroup!

Comunque la si pensi, fenomeni pervasivi come i cosiddetti "indignati" non si spiegano senza tenere conto di esempi come quelli qui accennati.
Non e' quindi difficile prevedere una ulteriore espansione delle proteste che, tralasciando fenomeni tanto violenti quanto, fortunatamente, marginali, coinvolgono ormai ampie fascie sociali.
Ricorda il prof. Zamagni che i governi occidentali si trovano alle prese con un modello di capitalismo che non funziona più', perchè superato dalla globalizzazione. 
Alcuni di questi governi si stanno dimostrando totalmente incapaci, anche sotto il profilo culturale, ad affrontare la situazione anche a causa di una credibilità ormai nulla.

Voi, il Governo Berlusconi, lo mettereste tra questi?

sabato 15 ottobre 2011

Roma brucia e Berlusconi distribuisce prebende

Roma a ferro e fuoco per un intero pomeriggio. Unica città tra l'ottantina che nel mondo hanno ospitato le manifestazioni degli indignati. Feriti, danni per decine di milioni e il significato della manifestazione espunto dai commenti giornalistici.

Chi è il maggiore responsabile di tutto cio? Assegnerei  un ex aequo tra il centinaio di (criminali) violenti che hanno scatenato la catastrofe ed il ministro Maroni che non è stato capace di prevenire il disastro annunciato.
Un ministro dell'interno che non sa garantire la sicurezza e l'ordinato svolgimento di una manifestazione annunciata, autorizzata e pacifica, che consente a centinaia di professionisti dello sfascio di spadroneggiare per un intero pomeriggio, dovrebbe dimettersi. Ma per farlo dovrebbe avere un sussulto di dignità. Evidentemente non è il caso del nostro Paese.

Se la manifestazione fosse stata pacifica ora si discuterebbe del merito della protesta. Ci si confronterebbe sui problemi reali e sulle (difficili) soluzioni. Ma sarebbe inaccetatbile per un Governo e un Presidente del Consiglio tanto afasico nel rispondere ai problemi del Paese quanto munifico (e rapido) nel premiare chi gli garantisce sopravvivenza politica.

mercoledì 12 ottobre 2011

Spacciatori

Sono stati dei leader De Gasperi e Moro, Togliatti e Berlinguer? Certamente si. Sono mai stati “il partito del leader” la Dc ed il PCI? Assolutamente no. Sono (stati) dei leader Bossi e Berlusconi? Forse si. Sono identificabili in loro due la Lega e Forza Itala / PdL? Senza dubbio. Anche per questo DC e PCI sono sopravvissuti a molti leader, mentre Lega e FI / PdL si dissolvono contemporaneamente alla fine politica di chi li ha creati.

I pusher della Lega hanno spacciato per anni uno stupefacente politico dalle devastanti dipendenze: la secessione. Uno stupefacente la cui privazione genera esplosive crisi di astinenza. Quanto accaduto domenica scorsa a Varese ne è esempio eclatante.

Berlusconi è riuscito a far crescere FI ed il PdL sul nulla. La sua inarrivabile capacità, impossibile non riconoscerlo , è stata di spacciare questo nulla per un modello sociale credibile. Per molti, addirittura desiderabile.

Ora che l’infingimento non regge più, eccoci al redde rationem. Basta uno Scaiola per far esplodere il PdL. Basta uno Scilipoti perché la (ex) maggioranza imploda e non riesca ad approvare la legge di bilancio. Basta un congresso provinciale per far esplodere la Lega.

Avranno pure peccato di grande leggerezza i molti cittadini che hanno votato Berlusconi e la sua corte dei miracoli.

Ma possiamo dire che l’Italia si è meritava questa banda di spacciatori del nulla? Credo di no.

venerdì 7 ottobre 2011

Elogio della coerenza

Prendo le distanze da chi si mostra scandalizzato per l’ultima trovata di Berlusconi: chiamare “forza gnocca” il suo partito.

Cosa c’è di nuovo o di diverso rispetto al Berlusconi che conosciamo?
L’espressione è volgare? Ma B. è un uomo volgare.
L’espressione è sessista? Ma B. è da sempre sessista.
L’espressione è inconcepibile per un uomo delle Istituzioni? Ma che c’entra B. con le istituzioni democratiche?

Si potrebbe continuare, ma non serve. Con questi suoi comportamenti, B. altro non è che coerente con se stesso. Forse, complice l’età, l’incipiente demenza senile prende il sopravvento più frequentemente che in passato. O forse no, se consideriamo che già lo scorso anno si era comperato il letto di Napoleone con annesso baldacchino.

Nulla di nuovo, si potrebbe quindi dire. Nulla che scandalizzi "di più".
E aggiungere che il vero dramma per questo Paese è avere un Presidente del Consiglio che tiene il Parlamento inchiodato a discutere di intercettazioni telefoniche dopo averlo condotto sull’orlo del baratro economico-finanziario. Che non è in grado di scegliere il Governatore di BankItalia. Che prepara l’ennesimo condono. Che non è in grado di rendersi conto della situazione del Paese perchè vive, ormai dissociato dalla realtà, in una sorta di iperuranio popolato da cortigiani plaudenti.

Che oggi non ha trovato di meglio da fare che volare a Mosca per il compleanno di Putin.

La democrazia è un sistema di governo meraviglioso e delicato all stesso tempo. Votare con la pancia, piuttosto che con il cuore e il cervello, porta ad avere Berlusconi alla presidenza del Consiglio dei Ministri (Bossi alle riforme, Calderoli alla semplificazione, Maroni agli interni, Gelmini nel tunnel della pubblica istruzione e ricerca, ...).
Se lui è li e si è circondato di una tale corte dei miracoli, la responsabilità è dei molti che lo hanno votato. E di chi non ha saputo spiegare in modo convincente perchè votarlo ci avrebbe condotti tanto in basso.

Più che scandalizzarci, serve far tesoro dell'errore per evitare di ripeterlo.
La notte sta per terminare.

sabato 1 ottobre 2011

L'italia, un Paese da ricostuire/3

"Costituzione, democrazia e partecipazione".
Il tema e' senza dubbio significativo. Ma la situazione che vive il nostro Paese e' talmente preoccupante che anche un uomo mite quale sicuramente e' il prof. Valerio Onida, parte all'attacco. "Siamo in una fase in cui il senso delle istituzioni sembra perduto. L'attacco alla magistratura degli ultimi 15 anni e' talmente furioso da rendere impossibile affrontarne i problemi che pure ci sono. La ricostruzione di un tessuto istituzionale comune e' una tale emergenza da essere assolutamente prioritario rispetto a qualsiai pur legittima scelta politica".

Gli ha fatto eco poco dopo un altro costituzionalista, il prof. Roberto Zaccaria. Zaccaria che ha elencato le intenzioni della maggioranza Bossi-Berlusconi in merito alle modifiche ad articoli della Costituzione calendarizzati alla Camera dei Deputati per i mesi di Ottobre e Novembre. Questa maggioranza che per anni ha annunciato tutto senza mai fare nulla, si prepara ora, in assoluto silenzio, a sgretolare l'integrita' costituzionale modificando gli artt. 41, 45, 81, 97, 118 oltre al Titolo IV.

Di fronte a questo scenario che vede la Costituzione prossima ad essere smembrata, come non chiedere come reagirebbe un uomo come Giuseppe Dossetti.
Traggo una lezione da questo interessante dibattito: puo' il PD non farsi carico di opporsi a questo sfacelo in modo molto più' incisivo di quanto fatto sino ad ora?

L'italia, un Paese da ricostuire/2

Interessante e articolato il dibattito tra Massimo Mucchetti e Alessandro Profumo questa mattina qui al convegno dei DemocraticiDavvero.
Proposte, in parte, non sempre coincidenti, come opportuno in un dibattito su un tema complesso come quello della crescita nella equita'.

La mia maggiore vicinanza alle sottolineature di Mucchetti, più' attento ai temi del lavoro, del welfare e delle relative scelte politiche, non mi esime dal ricordare l'assoluta lucidita' con la quale Profumo ha esaminato le maggiori tematiche dell'internazionalizzazione delle imprese e della globalizzazione dei mercati.
Tra l'altro Mucchetti si e' detto favorevole ad una patrimoniale "più" aggressiva di quella che sta proponendo il PD". Da ultimo ha ipotizzato per "Europa, la nascita di un governo politico. "a trazione tedesca" cosi' come quello dell'unita' d'Italia fu a trazione piemontese.

Finale a sorpresa della mattinata quando Rosy Bindi, pochi minuti fa, ha chiesto ad Alessandro Profumo cosa ne fosse della sua riflessione circa un possibile impegno politico con il PD.
La risposta e' stata la seguente: confermo la mia disponibilita' se la preoccupazione che mi nasce dal vedere che stiamo lasciando ai nostri figli un Paese peggiore a quello che abbiamo ricevuto e' condivisa dal PD.

L'italia, un Paese da ricostuire/1

Ci si intrattiene con Massimo Mucchetti, prima dell'inizio dei lavori.

E il discorso cade subito sugli industriali italiani. Allocchi, dice Mucchetti; per vent'anni si sono fatti annebbiare dal funambolo di Arcore che ha fatto leva sulla loro avidità, sulla voglia di ricchezza facile. Ed ora eccoli li, a produrre manifesti mentre si leccano le ferite di un ventennio disastroso.

Gli aveva fatto intuire, il B., che avrebbero pagato solo i lavoratori dipendenti le conseguenze della sua "politica".

Invece...

De profundis!

Alla fine, se proprio vogliamo sintetizzare, magari un po' giornalisticamente, cosa ha detto Napolitano se non che

Bossi è morto e neppure Maroni sta molto bene.

Requiem, aggiungo io.

L'Italia, un Paese da ricostruire

Con un interessante dialogo sulla laicità tra don Luca Mazzinghi, presidente dell'Associazione Biblica Italiana e docente al Pontificio Istituto Biblico di Roma, e Pierluigi Bersani si è aperto questa sera a Chianciano Terme il secondo convegno nazionale dei Democratici Davvero.

Poco prima la presidente dell'assemblea Nazionale del PD e padrona di casa del convegno, Rosy Bindi, aveva accennato le linee fondamentali dei lavori che domani e domenica si occuperanno, tra l'altro, di crescita, equità, Costituzione, democrazia, partecipazione, coscienza civile ed etica pubblica.

Un clima positivo quello che si respirava questa sera nella sala gramita del centro congressi di Chianciano Terme.

Domattina si riprende con Massimo Mucchetti e Alessandro Profumo.