Il 2 giugno, come il 4 novembre ed il 25 aprile, è Festa Nazionale Civile
Del resto se viviamo in una Repubblica lo dobbiamo al risultato del Referendum che tra il 2 e il 3 giugno 1946 decise la forma istituzionale dello Stato italiano dopo la fine del fascismo e che, per la prima volta nella storia italiana, fu celebrato a suffragio universale. Non fare festa i 2 giugno semplicemente non si può; sarebbe come rinnegare il proprio compleanno, convincersi di non essere mai nati. Chi di noi, capace di intendere e volere, rifiuterebbe di celebrare il proprio compleanno? O c’è la festa per il compleanno o c’è la lapide, magari con una bella epigrafe, tertium non datur.
Ma per quali motivi celebrare oggi il settantunesimo compleanno della Repubblica nella quale viviamo?
“La nostra Repubblica è nata con la vocazione alla pace, all'apertura agli altri Paesi e agli altri popoli, non soltanto al dialogo, ma alla collaborazione con essi, all'integrazione dell'Europa, al rispetto e al sostegno nei confronti delle organizzazioni internazionali. Il valore della libertà e della uguale dignità di ogni persona e quello della solidarietà caratterizzano la nostra Repubblica, contrassegnano la nostra Costituzione e sono alla base della nostra democrazia. Sono i valori intorno ai quali si raccoglie unito il nostro Paese. Vi è un'esigenza di ricordare questi valori e questi principi pensando che sono scelte di allora che costituiscono tuttora i criteri di comportamento e gli obiettivi da perseguire per il nostro presente e per il nostro futuro nello svolgimento e nel progredire costante della democrazia e della sua vita”.
Sono parole del Presidente Mattarella, che mi sembra rispondano bene alla domanda che ho posto.
Oggi, Festa della Repubblica, il Sindaco Fagioli ha dimostrato tutto il suo disinteresse per i cittadini saronnesi, compresi coloro che lo hanno votato. Dopo aver dichiarato ripetutamente che la sua amministrazione non intendeva organizzare alcuna celebrazione per il 2 giugno, adducendo fantasmatici motivi di ordine pubblico, ha rincarato la dose affermando: "avessimo organizzato come Amministrazione una attività istituzionale, non avrei partecipato io".
Ma questa mattina, mentre i saronnesi si sono radunati nella piazza centrale della città portando bandiere tricolori, articoli della Costituzione repubblicana e cantando l'inno nazionale, lui e lo stato maggiore del suo partito, hanno inaspettatamente preso parte alla cerimonia che ogni anno l'Associazione Paracadutisti, meritatamente, organizza.
Una scelta di risulta, una pezza peggiore del buco. La dimostrazione dell' isolamento politico, del cul de sac nel quale lo hanno condotto due anni di nulla di fatto. Come si può pensare di continuare ad amministrare una città di 40.000 persone dopo una magra del genere?