Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

venerdì 27 maggio 2011

Anticipare o inseguire? Il dilemma di Milano

Scrivere di ballottaggi alcuni giorni prima può essere rischioso: i risultati potrebbero contraddire o vanificare qualsiasi analisi. Nondimeno alcune riflessioni possono essere comunque opportune.

I nostri 32 lettori ricorderanno come, da tempi non sospetti, andiamo dicendo che la parabola politica di Silvio Berlusconi è finita. Ma che la sua uscita di scena sarebbe stata per nulla simile a quella di altri leader politici del mondo occidentale. Gli accadimenti di questi mesi e di questi giorni si incaricano di darci ragione.

giovedì 19 maggio 2011

Non dire gatto...

Botulino. Silicone. Insulti.
Non aggiungerei altro se dovessi sintetizzare la campagna elettorale milanese del PdL a sostegno della Letizia Brichetto. Quella della Lega, praticamente non c'è stata.

Segno di malessere, certo. Di malessere nel centrodestra a livello nazionale. Segno della disperata necessità di Berlusconi di mantenere alto il caos dello scontro. Scelta che poi ha pesantemente pagato dimezzando le preferenze personali. E regalando a Bossi l'immagine di partito moderato. Ma anche la Lega ha raccolto poco più di un pugno di mosche.

Proprio l'insieme di questi fattori mi suggeriscono cautela. I prossimi giorni di campagna elettorale, che ci separano dal ballottaggio, saranno diversi. La Letizia Brichetto ha licenziato la sua agenzia di gestione dell'immagine. E B. ha messo a tacere la Santanchè.

Il PdL metterà pancia a terra la gigantesca ed efficacissima macchina di (dis)informazione di Berlusconi. Si rifarà il lifting del partito moderato: niente più botulino, silicone e insulti, ma Dio patria e famiglia.
Bossi e i suoi suoneranno la grancassa della paura: Pisapia è matto. Vuole trasformare Milano in zingaropoli. La città sarà in mano agli omosessuali e ai centri sociali. Sarà invasa da clandestini e musulmani. Il Duomo sarà umiliato dalla moschea più grande d'Europa. E via di questo passo.
Le prime avvisaglie già si vedono.

E' troppo presto per dire se le due nuove strategie andranno a segno.
E nessuno sa quanto realmente determinati siano i milanesi nel voler voltare pagina. Perchè nessuno ha potuto ancora analizzare se il clamoroso risultato del primo turno sia il rifiuto nauseato del metodo Berlusconi-Lassini-Santanchè o un giudizio politico sul "non pervenuto" di 5 anni della Letizia Brichetto.

Che Milano torni al centrosinistra è una speranza, non una certezza. Per ora, almeno

Insomma, come ebbe a dire il vecchio Trap: "Non dire gatto, finchè non ce l'hai nel sacco".

venerdì 13 maggio 2011

Facciamo vincere la speranza sulla paura

12.800.000 elettori. 13 città con più di 100.000 abitanti tra cui Milano, Napoli, Torino e Bologna. 1.344 comuni di cui 237 nella sola Lombardia.

Era possibile, con questi numeri, che la campagna elettorale appena conclusa non venisse "giocata" su scala nazionale? Probabilmente no. Soprattutto da chi, come Berlusconi, attraversa ormai la fase terminale della sua parabola politica. Gioca contro di lui la paura: la paura di chiudere con una serie di sconfitte. Quella stessa paura sulla quale il suo avversario-alleato leghista ha costruito le sue fortune politiche. Ha paura, B., perchè sa che se ottiene un risultato peggiore di quello attuale, Bossi passerà all'incasso. Non accetterà di farsi trascinare nel suo crepuscolo. Chiederà le elezioni politiche anticipate. In qualche comune di un certo rilievo la Lega sta già facendo prove tecniche di secessione politica dal PdL. Gallarate è uno di questi.

Ma sarebbe un errore scegliere il Sindaco del proprio comune facendosi condizionare dallo scontro andato in onda sui media nazionali.
Se penso agli amici di Varese, Busto, Gallarate, Castellanza, Malnate, Cislago, non meno che di Milano, Nerviano, Rho o Desio sono certo che baseranno le loro scelte sui programmi e sul valore dei candidati locali più che sulla bagarre nazionale.
Conosco diversi candidati sindaci del PD ed anche parecchi candidati alla carica di consigliere comunale di questi comuni. Non avrei dubbi nel dare loro il mio voto. Non perderei proprio l'occasione di far rinascere queste città dopo anni di dominio del centrodestra. Piuttosto che di riconsegnare ad amministratori capaci ed onesti quelle da tempo infiltrate dalla malavita organizzata.

La speranza di città migliori, più attente alla vivibilità che alla speculazione. Più vicine a chi è in difficoltà che ai poteri forti, passa dalla scelta responsabile di ciascuno di noi.
Non perdiamo questa occasione di riscatto!

Se l'insulto nasconde il fallimento

Che gli ultimi giorni di campagna elettorale portino ad un surriscaldamento del confronto politico, è fisiologico.
 
Tradisce invece grande timore se non terrore l'uso e persino lo smodato abuso di affermazioni false e insulti cui si abbandonano sempre più frequentemente molti candidati del centrodestra. Ad iniziare dal candidato Berlusconi.
 
Del resto sa, il candidato B., che la sua permanenza al Governo fino al 2013 sarebbe alquanto incerta se Letizia Brichetto Arnaboldi perdesse le elezioni amministrative a Milano.
 
Molto meno rischioso quindi che gli elettori discutano di insulti e dileggi, piuttosto che delle sue promesse. Perché si accorgerebbero che nessuna è stata realizzata in 8 anni di Governo.
 
Era l'8 Maggio 2001 quando B. firmava il "Contratto con gli italiani" nel salotto di Vespa. "Cinque promesse di cui almeno quattro da mantenere entro 5 anni", questo fy il solenne impegno. Ora che di anni ne sono passati 10 e non 5, la situazione è sconfortante.
  1. La riduzione al 33% dell'aliquota fiscale massima non c'è stata: dopo 10 anni è al 43%;
  2. Il dimezzamento della disoccupazione non c'è stato: dopo 10 anni dal 9,6% siamo al 8,5%;
  3. L'innalzamento delle pensioni minime a 520 €/mese non c'è stato: dopo 10 anni siamo a 467 €/mese;
  4. La forte riduzione del numero dei reati non c'è stata: dopo 10 anni sono aumentati del 21,5%;
  5. L'apertura dei cantieri per almeno il 40 per cento degli investimenti previsti dal "Piano decennale per le grandi opere" non c'è stato: dopo 10 anni siamo al 32%.
Questa la tragica realtà che sta dietro i due governi Berlusconi - Bossi. Ha ragione Rosy Bindi quando afferma che «Gli italiani avrebbero motivi di essere disaffezionati alle urne perché sono stati traditi da questo governo, ma noi diciamo che questa campagna elettorale è anche il momento per ritrovare la fiducia nell'Italia, negli italiani e nella politica buona che è rappresentata dal Partito Democratico e dal centrosinistra».

mercoledì 4 maggio 2011

Saronno nel ... Cuore della Regione

Vuoi incontrare un protagonista della politica?
Vuoi ascoltare e porre domande a

GIUSEPPE ADAMOLI ?

Vieni a Saronno domani, Giovedì 5 Maggio alle 21.
Ti aspettiamo !!!