Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

mercoledì 20 febbraio 2013

Elezioni Lombardia-3



Il 24 e 25 febbraio voteremo per eleggere il nuovo Parlamento della Repubblica. E il Governo della Lombardia.

Questo secondo appuntamento elettorale si sarebbe dovuto tenere nel 2015. Ma nella nostra Regione c'è stata una deriva etica e morale, perché qualcuno ha pensato che la politica potesse essere asservita ai propri interessi piuttosto che a quello dei lombardi. Si è arrivati a queste elezioni anticipate perché la criminalità organizzata si è seduta al tavolo della giunta regionale. Ma la stessa maggioranza che poche settimane fa si è sciolta scambiandosi accuse velenose, oggi corre nuovamente insieme. E’ una Lombardia sfigurata dagli scandali quella che PdL e Lega consegnano a noi elettori. E noi, in coscienza, non possiamo permettere che chi ha consentito un tale scempio ritorni al governo della regione.

Dopo diciotto anni, c’è finalmente la possibilità concreta di cambiare, di destrutturare il blocco di potere che ha dominato in modo tanto pervasivo e tanto a lungo. Umberto Ambrosoli, candidato della società civile e sostenuto da un ampio schieramento di forze politiche di centrosinistra, è un’opportunità per chi vuol cambiare la politica. È una persona pulita e trasparente, uno di noi, uno che ascolta e guida, non “l’uomo forte” al comando di truppe asservite. Viene dalla società civile, parla un linguaggio semplice e ci prospetta il ritorno alla legalità ed alla democrazia, con l’intento di riavere una comunità governata da principi di giustizia ed equità.

Le sue idee sono chiare, le proposte credibili. Alcuni esempi.

Sulla Sanità, che assorbe l’80% del bilancio regionale, Ambrosoli ritiene che il vero problema non sia quello di contrapporre pubblico a privato, ma difendere il Servizio Sanitario nazionale dal reale rischio di estinzione per mancanza di risorse economiche ed inefficacia dei servizi. Il programma di Ambrosoli prevede di cambiare il sistema delle nomine dei manager nelle Asl e negli ospedali, passando dai criteri “politici” a quelli di merito e per concorso. Per la sanità privata, poi, propone di mettere in atto sistemi di valutazione rigorosi che garantiscano la qualità delle prestazioni per gli utenti e nel contempo l’eliminazione degli episodi di mala gestione cui ci ha abituati il modello Formigoni.

Riguardo al welfare Ambrosoli dissente totalmente dalla modello “voucher” voluto dal centrodestra perché, oltre a non garantire la libertà di scelta millantata da Formigoni, lascia sole le persone (soprattutto gli anziani) di fronte ai loro problemi. Ambrosoli propone invece di favorire e sostenere le politiche di Asl e Comuni, che sono gli enti più di prossimità a chi ha bisogno e che devono operare all’interno di “reti” di sostegno efficaci ed efficienti.

In Lombardia Comuni, Province e Regione hanno in cassa oltre 9 miliardi di euro bloccati dal Patto di stabilità nazionale. Ambrosoli e il PD propongono di regionalizzare il patto, per sbloccare 5 miliardi di pagamenti alle imprese, perché questa è una delle soluzioni più efficaci per attivare meccanismi virtuosi, rilanciare gli investimenti, far crescere l’economia, le imprese, l’occupazione, creando nuovi posti di lavoro.

Ambrosoli vuole stringere con i Comuni patti di collaborazione per la sostenibilità ambientale, per la difesa del territorio da inquinamento e catastrofi dovute all’incuria, per trasporti pubblici e mobilità.

Queste sono alcune buone proposte contenute nel programma di Ambrosoli che possono consentire alla nostra regione di riprendersi quella leadership europea che 18 anni di governo del centrodestra le hanno fatto inesorabilmente perdere.

Tutti assieme possiamo far vincere una Lombardia giusta, solidale e coesa. Una Lombardia del lavoro e della creatività, delle persone e delle famiglie. Una Lombardia dove i nostri figli potranno avere una vita migliore.

Ogni voto in più ci darà più forza per cambiare l’Italia a partire dalla nostra Lombardia.


Noi amiamo la nostra terra e vogliamo davvero una nuova stagione.


Per questo il 24 e 25 Febbraio alle elezioni regionali votiamo Umberto Ambrosoli.

domenica 17 febbraio 2013

Elezioni Lombardia-2

Con buona pace di Roberto Maroni, la Lega Nord è una forza politica ampiamente minoritaria nel panorama nazionale. A urne chiuse si attesterà attorno al 4-5%, decimale più, decimale meno. Rispetto alle Regionali del 2010, i sondaggi prevedono che perderà il 50% dei consensi, ritornando così alle sue dimensioni fisiologiche di movimento localista, marginale nel sistema politico italiano. La confusa strategia politica degli ultimi mesi, pro Formigoni, contro Formigoni, pro PdL, spiega, più di tante parole, il caos della leadership succeduta al vecchio Bossi. Dopo le note e per nulla edificanti vicende legate al finanziamento pubblico. Per far dimenticare tutto ciò serviva un rigurgito di “padanità”, una proposta shock. Poco importa se priva di senso compiuto e realizzabile quanto la restituzione dell’IMU dell’eterno compagno di merende Silvio Berlusconi. E Maroni l’ha trovata nel 75% del gettito fiscale che pretende rimanga in Lombardia.

Eppure, in un panorama politico dominato da timore, indecisione e frammentazione, una così poca cosa, rischia di essere determinante per il risultato delle elezioni nella nostra regione. Grazie anche all’ennesimo, ignominioso voltafaccia di Roberto Formigoni, che da Sponsor di Albertini è ora il primo sostenitore di quel Maroni che lo ha mandato a casa anzitempo.

Da Formigoni a Maroni. Dai For-scandali alla Mar-secessione. Questo è il rischio che corre le nostra regione. Un rischio strutturale, sistemico. Piemonte, Lombardia e Veneto contemporaneamente (s)governati da un movimento populista, secessionista, isolazionista. La parte più avanzata e produttiva del Paese che riporta l’orologio della storia a metà ‘800. Che ingaggia una lotta senza quartiere con il resto del Paese, con le Istituzioni e il Governo della Repubblica dei cui benefici Bossi e soci hanno fruito a man bassa per anni. Altro che Roma ladrona.

Piemonte, Lombardia e Veneto a presidenza leghista significa tensione istituzionale alle stelle tra potere locale e Governo centrale. Significa guerriglia endemica tra i governatori leghisti e Palazzo Chigi. Significa, nondimeno, il ritorno del nostro Paese all’inaffidabilità internazionale già sperimentata con l’ultimo governo Berlusconi. Significa sfiducia degli investitori internazionali, spread alle stelle, recessione galoppante, disoccupazione drammatica e debito pubblico senza freni. Significa, in parole semplici, più povertà e più insicurezza per tutti i lombardi.

Serve alla nostra regione un progetto che unisca, piuttosto che dividere. Un progetto realistico che sappia parlare al cuore dei lombardi, piuttosto che solamente alla pancia. Un progetto che valorizzi il lavoro dei molti cittadini lombardi piuttosto che difendere l’illegalità dei pochi evasori delle quote latte. Questo è il progetto che il PD sostiene candidando Umberto Ambrosoli alla presidenza di Regione Lombardia.

Votare PD alle elezioni regionali significa credere nel rilancio di una regione capace di mettersi in sintonia con la voglia di rinascita del Paese, piuttosto che isolarsi nelle secche di una visione senza futuro. Che dai For-scandali ci precipiterebbe nella Mar-secessione.