Invitare il rappresentante
del Governo a presenziare, ma non a prendere la parola; aprire la cerimonia senza l’esecuzione dell’inno nazionale; consegnare
le benemerenze senza indossare la fascia tricolore. Basterebbe questo per
domandarsi dove sia finito il bon ton se non il rispetto istituzionale dell’amministrazione
saronnese. Ma non ritenere gli insigniti della benemerenza e i cittadini
saronnesi degni di alcuna parola che non sia la mera lettura della motivazione
del premio riportata sulla pergamena, mi sembra una scorrettezza che il sig.
Sindaco avrebbe potuto evitare. Solo la presenza del Coro Alpe, da sempre garanzia
di bel canto, ha evitato che la cerimonia di consegna delle Civiche Benemerenze “La Ciocchina”, che si è svolta
sabato pomeriggio in sala Vanelli, fosse da ricordarsi come la più scialba di
sempre.
Capisco che indossare la fascia
tricolore infastidisca un Sindaco la cui maggioranza è costituita da un gruppo politico
nel cui nome è esplicito l’obiettivo dell’indipendenza della "padania" (sic!). Vorrei
però rammentargli che quando agisce in pubblico a nome della città, non lo fa in quanto privato cittadino, ma organo di
Governo del Comune il cui distintivo è rappresentato dalla "fascia
tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune, da portarsi a
tracolla" (art. 50 del D. Lgs. n. 267/2000). Perché, nell'esercizio delle sue funzioni, non rappresenta né il suo movimento politico né solamente
coloro che lo hanno eletto, ma tutta la città di Saronno. E la città di Saronno
ha diritto di essere rappresentata con le insegne istituzionali della
Repubblica alla quale appartiene, non dal colore verde di una cravatta o di un
fazzoletto al taschino della giacca.
Invito il Sindaco Alessandro
Fagioli a riflettere su queste sue scelte, forse indotte dal movimento politico
al quale appartiene. Perché Saronno merita di più.