“Se spegniamo la tv per sei mesi, ci liberiamo di Berlusconi”. Mi è capitato di usare questa espressione, incontrando i cittadini durante la campagna elettorale. Affermazione provocatoria, certo. Ma non lontana dal vero. Nello straripante potere mediatico sta l’unica forza di B. Con lo straripante potere mediatico B. mantiene il suo status di “più ricco d’Italia”. E, infatti, negli ultimi giorni di campagna elettorale ha letteralmente assaltato ogni spazio televisivo possibile. Ma anche in questo ha dimostrato di essere ormai un politico del passato. Autoreferenziale.
Mi fa piacere leggere che “Si può fare ameno della tv, lo ha dimostrato il «Mentana Condicio». Queste elezioni regionali, grazie a una cavillosa interpretazione della par condicio, rischiavano di essere il funerale del confronto: niente dibattiti tv, in quarantena i contraddittori fra politici. Il format di Enrico Mentana ha provato due cose fondamentali: la prima è che mettere il bavaglio alla tv è ormai un ridicolo controsenso; la seconda, più importante ancora, è che la tv tradizionale o generalista non è più al centro della scena mediatica.” (Aldo Grasso, Corriere, 25 marzo 2010)
Sempre in campagna elettorale, dicevo che, come insegnano i regimi dittatoriali, c’è l’informazione “push”: quella che il potente di turno vuole farti ascoltare. Ma c’è anche quella “pull”, (il samizdat dell’allora URSS e paesi satelliti). Quella che trovi se la cerchi E che internet rende oggi facilmente fruibile. Basta volerla cercare.
Allora si può fare a meno della tv. Sicuramente di certa tv. Anche senza il «Mentana Condicio».
Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)
lunedì 29 marzo 2010
mercoledì 24 marzo 2010
Il Presidente oncologo
Vi ricordate il prof. Di Bella? Si, proprio quello che prometteva di vincere il cancro con le sue pozioni. Ha un erede. Quello che Massimo Gramellini chiama il guaritore. E che io chiamo il Presidente oncologo. Già, questa proprio ci mancava!
"L’altra sera, girovagando fra i canali, mi sono imbattuto in un volto ispirato che, dal palco di una piazza, inneggiava all’amore e urlava: entro il 2013 vogliamo vincere il cancro. Giuro, diceva proprio così. Vo-glia-mo vin-ce-re il can-cro. Non la disoccupazione. E nemmeno lo scudetto. Il cancro, «che ogni anno colpisce 250 mila italiani». Sulle prime ho sperato fosse il portavoce del professor Veronesi e ci stesse annunciando uno scoop mondiale. Così ho telefonato a uno dei 250 mila, un caro amico che combatte con coraggio la sua battaglia, e gli ho dato la grande notizia. Come no?, ha risposto, adesso però ti devo lasciare perché sono a cena con Vanna Marchi.
Ho degli amici molto spiritosi. Mi auguro che tutti i malati e i loro parenti la prendano allo stesso modo. E anche tutti i medici che in ogni angolo del pianeta si impegnano per raggiungere quell’obiettivo. In Italia con qualche problema in più, dato che il governo che entro tre anni intende vincere il cancro ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica. Vorrei sorriderne, come il mio amico. Ma stavolta non ci riesco. Ho perso i genitori e tante persone care a causa di quel male. E allora: passi per le barzellette, le favole e persino le balle. Fa tutto parte del campionario di iperboli del bravo venditore e il pubblico ormai è assuefatto allo show. Ma anche a un’alluvione bisogna mettere un argine. Bene, per me il cancro rappresenta quell’argine. Non è: un milione di posti di lavoro. Non è: meno tasse per tutti. Il cancro è una cosa seria. E lui, che lo ha avuto e lo ha vinto, dovrebbe saperlo."
"L’altra sera, girovagando fra i canali, mi sono imbattuto in un volto ispirato che, dal palco di una piazza, inneggiava all’amore e urlava: entro il 2013 vogliamo vincere il cancro. Giuro, diceva proprio così. Vo-glia-mo vin-ce-re il can-cro. Non la disoccupazione. E nemmeno lo scudetto. Il cancro, «che ogni anno colpisce 250 mila italiani». Sulle prime ho sperato fosse il portavoce del professor Veronesi e ci stesse annunciando uno scoop mondiale. Così ho telefonato a uno dei 250 mila, un caro amico che combatte con coraggio la sua battaglia, e gli ho dato la grande notizia. Come no?, ha risposto, adesso però ti devo lasciare perché sono a cena con Vanna Marchi.
Ho degli amici molto spiritosi. Mi auguro che tutti i malati e i loro parenti la prendano allo stesso modo. E anche tutti i medici che in ogni angolo del pianeta si impegnano per raggiungere quell’obiettivo. In Italia con qualche problema in più, dato che il governo che entro tre anni intende vincere il cancro ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica. Vorrei sorriderne, come il mio amico. Ma stavolta non ci riesco. Ho perso i genitori e tante persone care a causa di quel male. E allora: passi per le barzellette, le favole e persino le balle. Fa tutto parte del campionario di iperboli del bravo venditore e il pubblico ormai è assuefatto allo show. Ma anche a un’alluvione bisogna mettere un argine. Bene, per me il cancro rappresenta quell’argine. Non è: un milione di posti di lavoro. Non è: meno tasse per tutti. Il cancro è una cosa seria. E lui, che lo ha avuto e lo ha vinto, dovrebbe saperlo."
domenica 21 marzo 2010
La sussidairietà inversa di Formigoni e l'antifederalismo della Lega
Governo Berlusconi con Sacconi e giunta Formigoni con l’assessore Boscagli riducono le risorse per il sociale e ne accentrano una parte sempre più significativa. Di fatto i Comuni lombardi hanno ricevuto complessivamente (compreso il nuovo fondo per la non autosufficienza introdotto con il 2009) nel 2008 182,7 milioni di €, nel 2009 212,6, nel 2010 168,9 con una diminuzione netta in tre anni di 13,8 milioni di € pari a -7,5%. Per i Comuni lombardi ora è l’ora delle scelte difficili: diminuiscono le risorse trasferite da Stato e Regione e non ci sono più le entrate dell’ICI, il rischio è quello del taglio dei servizi già in essere proprio nel momento più grave della crisi economica e sociale. Ma ci sono due cose gravi: la prima è che Stato e Regione Lombardia con una mano lanciano il fondo per la non autosufficienza, rivolto ad azioni soprattutto domiciliari a favore di persone anziani non più autosufficienti e di persone disabili, e con l’altra tolgono una cifra maggiore dai finanziamenti ordinari; la seconda aumentano sensibilmente le risorse per azioni di contributi ai singoli cittadini dati direttamente da Roma e dal Pirellone, cercando di utilizzare questi strumenti per aumentare il consenso per chi governa in maniera strumentale. Infatti la Regione Lombardia in due anni ha aumentato la trattenuta di risorse sociali per la gestione diretta, proprio in prossimità delle elezioni, da 8,7 a 34,3 milioni di €, trattenendosi così circa il 17% dei fondi.
Scelte che mettono a rischio i servizi sociali nei Comuni lombardi: nel 2010 avranno il 57,6% in meno di risorse per i servizi sociali derivanti dal Fondo nazionale per le politiche sociali rispetto al 2008: da 92 a 39 milioni di €. Il taglio è causato da una diminuzione da parte dello Stato (- 27%) e in misura maggiore dal fatto che la Regione Lombardia si è trattenuta una quota significativa: 34,3 milioni rispetto ai 8,7 di due anni prima, pari a circa il 17%: una spugna pericolosa. Diminuisce ma di poco il fondo regionale (85,9 anziché 90,7) e si aggiunge il fondo per la non autosufficienza che compensa solo parzialmente la perdita del fondo nazionale. Complessivamente i Comuni nel 2010 passano da 182,7 a 168,9 milioni di € (-7,54%) rispetto a due anni fa. A rischio i servizi.
Insomma: Formigoni e i suoi alleati ci raccontano un sacco di bufale. Chssà se i lombardi se ne accorgeranno?
Scelte che mettono a rischio i servizi sociali nei Comuni lombardi: nel 2010 avranno il 57,6% in meno di risorse per i servizi sociali derivanti dal Fondo nazionale per le politiche sociali rispetto al 2008: da 92 a 39 milioni di €. Il taglio è causato da una diminuzione da parte dello Stato (- 27%) e in misura maggiore dal fatto che la Regione Lombardia si è trattenuta una quota significativa: 34,3 milioni rispetto ai 8,7 di due anni prima, pari a circa il 17%: una spugna pericolosa. Diminuisce ma di poco il fondo regionale (85,9 anziché 90,7) e si aggiunge il fondo per la non autosufficienza che compensa solo parzialmente la perdita del fondo nazionale. Complessivamente i Comuni nel 2010 passano da 182,7 a 168,9 milioni di € (-7,54%) rispetto a due anni fa. A rischio i servizi.
Insomma: Formigoni e i suoi alleati ci raccontano un sacco di bufale. Chssà se i lombardi se ne accorgeranno?
venerdì 19 marzo 2010
Perle di ... saggezza
Dice uno dei candidati alla carica di Sindaco del comune di Saronno, probabilmente in crisi di notorietà: "L’avere nel governo cittadino l’apporto del più noto conoscitore d’arte italiano sarebbe proprio una disgrazia per la nostra città? Un personaggio come Vittorio Sgarbi – al di là del carattere istrionico e vulcanico – potrebbe solo fare bene e sottrarre Saronno ad un provincialismo soffocante, che ci rende solo spettatori o, al massimo, insignificanti ed ancillari tributari di Milano".
Dice il più noto conoscitore d'arte italiano corteggiato dal candidato sindaco: "il trans vero e' Casini, in base al ragionamento che l'amante ideale e' quella che cambia sempre posizione".
Vere perle di saggezza, non c'è che dire! Politica alta, non provinciale come quella che si fa a Saronno !
Dice il più noto conoscitore d'arte italiano corteggiato dal candidato sindaco: "il trans vero e' Casini, in base al ragionamento che l'amante ideale e' quella che cambia sempre posizione".
Vere perle di saggezza, non c'è che dire! Politica alta, non provinciale come quella che si fa a Saronno !
giovedì 18 marzo 2010
Maroni Roberto: bocciato !
"Qui (in Lombardia, ndr) - scrive il magistrato Roberto Pennisi nella relazione 2009 della Direzione distrettuale antimafia di Milano - diverse decine di associati di ‘ndrangheta, attraverso estorsioni, usura, riciclaggio, omicidi e ferimenti, detenzione illecita e porto di armi comuni e da sparo, stupefacenti, rapine sono riusciti ad ottenere il controllo completo del territorio dell’area geografica, imponendo, fra l’altro, regole imprescindibili – quali il pagamento di quote sui ricavi di azioni delittuose – e conferendo agli associati facoltà di mutuo soccorso dirette ad assicurare, con qualunque mezzo, il sostentamento dei sodali anche in caso di detenzione. Il tutto per conservare la gestione monopolistica non solo delle attività criminose, ma anche di interi settori produttivi della zona, commissionando a tale scopo reati contro la persona di estrema gravità e realizzati con modalità esecutive spettacolari, anche nei confronti di appartenenti alla stessa organizzazione".
Mi auguro che l’arresto di Matteo Messina Denaro sia vicino. E sarei disposto a non considerarlo il colpo di teatro che Berlusconi sta sicuramente preparando in vista delle elezioni, se avvenisse nei prossimi giorni.
Ma non rinuncio a chiedere conto al varesino ministro dell’interno di quanto scrive la DDA milanese. Ma come, sig. ministro: non ci aveva spiegato che l’ordine pubblico in Lombardia necessitava delle ronde? Non ci aveva ripetuto fino alla nausea che il problema principale è dato dalla presenza degli immigrati? E il suo partito non ripete continuamente che è di loro che dobbiamo avere paura?
Lei sa, sig. ministro, che il sonno della ragione genera mostri. Ma forse non sa che il risveglio dei lombardi potrebbe essere prossimo. E che risvegliandosi chiederanno conto a chi li ha addormentati raccontando loro la favola di un paese che non c’è.
Mi auguro che l’arresto di Matteo Messina Denaro sia vicino. E sarei disposto a non considerarlo il colpo di teatro che Berlusconi sta sicuramente preparando in vista delle elezioni, se avvenisse nei prossimi giorni.
Ma non rinuncio a chiedere conto al varesino ministro dell’interno di quanto scrive la DDA milanese. Ma come, sig. ministro: non ci aveva spiegato che l’ordine pubblico in Lombardia necessitava delle ronde? Non ci aveva ripetuto fino alla nausea che il problema principale è dato dalla presenza degli immigrati? E il suo partito non ripete continuamente che è di loro che dobbiamo avere paura?
Lei sa, sig. ministro, che il sonno della ragione genera mostri. Ma forse non sa che il risveglio dei lombardi potrebbe essere prossimo. E che risvegliandosi chiederanno conto a chi li ha addormentati raccontando loro la favola di un paese che non c’è.
Resistenza
Scrive Massimo Gramellini su La Stampa, che nei Paesi normali, un capo del governo che urla a un’autorità dello Stato «fate schifo», «siete una barzelletta» e ordina di chiudere un programma del servizio pubblico sarebbe costretto ad andarsene nel giro di un’ora. Sempre in quei famosi Paesi, quando un’autorità dello Stato viene trattata dal capo del governo alla stregua di una cameriera, si dimette in un sussulto d’orgoglio oppure esegue l’ordine. Ma noi siamo nella terra degli arlecchini: più servili che servi. Tutti inchini e promesse, niente sostanza. Attraverso il sipario trasparente delle intercettazioni osserviamo questi funzionari mentre si sorbiscono le reprimende del Capo in silenzio (il silenzio degli Innocenzi). Cercano di ammansirlo con parole vaghe, alzano fumo, ma alla fine che fanno? Niente. Lasciano Santoro al suo posto (per fermarlo un misero mese hanno dovuto appiedare pure Vespa) e il Cav. in preda a un delirio di onni-impotenza. Poi, passata la tempesta telefonica, si sfogano con gli amici: «Aho’, quello me manda a fare in c. ogni tre ore!». E lo dicono senza dignità, ma anche senza paura, come se la loro essenza millenaria di burocrati li mettesse al riparo persino dalle ire del padrone.
E conclude: Montanelli sosteneva che durante il ventennio l’unica resistenza al fascismo la fecero gli impiegati pubblici, contro l’abolizione della pausa cappuccino. Chinavano il capo, allargavano le braccia. E continuavano ad andare al bar. Fu pensando a loro che Mussolini ammise: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Una grave iattura, certo, ma talvolta consente di evitarne di peggiori.
Come ricordavano i ragazzi della Rosa Bianca(quella vera!) nei loro volantini i "regimi" si evitano se ciascuno, ogni giorno, prende coscienza di ciò che gli avviene attorno e "resiste". Democraticamente. Ma fermamente.
E conclude: Montanelli sosteneva che durante il ventennio l’unica resistenza al fascismo la fecero gli impiegati pubblici, contro l’abolizione della pausa cappuccino. Chinavano il capo, allargavano le braccia. E continuavano ad andare al bar. Fu pensando a loro che Mussolini ammise: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Una grave iattura, certo, ma talvolta consente di evitarne di peggiori.
Come ricordavano i ragazzi della Rosa Bianca(quella vera!) nei loro volantini i "regimi" si evitano se ciascuno, ogni giorno, prende coscienza di ciò che gli avviene attorno e "resiste". Democraticamente. Ma fermamente.
mercoledì 17 marzo 2010
Cattaneo, l'assessore alle inaugurazioni
Sabato 13 marzo, viaggio prova del Frecciarossa da Milano Rogoredo a Malpensa.
Naturalmente record di velocità, mobilitazione generale di tutti i lavoratori delle Nord, chiamati di gran carriera al lavoro per garantire che tutto filasse liscio, parata di telecamere e giornalisti per immortalare l’ormai mitico assessore Cattaneo, che, tronfio come non mai, si lancia in spericolate previsioni: “in un’ora e mezza si potrà andare da Bologna a Malpensa, in due ore da Firenze a Malpensa”.
Fantastico assessore ! I bolognesi e i fiorentini sono trepidanti, in attesa del magico momento in cui, dopo due ore di treno, potranno sbarcare a Malpensa. E una volta sbarcati a Malpensa cosa faranno ? Un caffè, una visita al duty free o che altro ?
In compenso i pendolari lombardi, ieri, come oggi, come domani, sono alle prese con treni vetusti, in ritardo e sporchi.
Ma a Cattaneo cosa volete che importi ? Lui non è assessore ai trasporti, lui è l’assessore alle inaugurazioni.
Naturalmente record di velocità, mobilitazione generale di tutti i lavoratori delle Nord, chiamati di gran carriera al lavoro per garantire che tutto filasse liscio, parata di telecamere e giornalisti per immortalare l’ormai mitico assessore Cattaneo, che, tronfio come non mai, si lancia in spericolate previsioni: “in un’ora e mezza si potrà andare da Bologna a Malpensa, in due ore da Firenze a Malpensa”.
Fantastico assessore ! I bolognesi e i fiorentini sono trepidanti, in attesa del magico momento in cui, dopo due ore di treno, potranno sbarcare a Malpensa. E una volta sbarcati a Malpensa cosa faranno ? Un caffè, una visita al duty free o che altro ?
In compenso i pendolari lombardi, ieri, come oggi, come domani, sono alle prese con treni vetusti, in ritardo e sporchi.
Ma a Cattaneo cosa volete che importi ? Lui non è assessore ai trasporti, lui è l’assessore alle inaugurazioni.
sabato 13 marzo 2010
Così buono che non lo vuole nessuno
Ci sarà tempo fino al 19 marzo per richiedere il "Buono famiglia 2010"(*), presentando la domanda presso le ASL. La Giunta regionale della lombardia ha infatti deciso, di spostare i termini della presentazione delle domande dal 5 al 19 marzo prossimo. E di rendere contemporaneamente meno stringenti i requisiti necessari per fare richiesta.
Ma sembra che la proroga non basti perchè i lombardi ne facciano richiesta. Neppure con i nuovi requisiti.
Prova ne è che ieri mattina (12/3) è arrivato un ordine di servizio a referenti e direttori dei distretti ASL della Lombardia che li ha precettati per le giornate del 13 e 14 marzo in modo da essere presenti in tutte strutture per anziani e per non autosufficienti per la promozione del buono famiglia regionale ai parenti degli ospiti.
Caro presidente Formigoni, questi sono i mezzi ai quali devi ricorrere quando proponi provvidenze fatte per la campagna elettorale più che per i reali bisogni dei cittadini Lombardi.
Mi permetto suggerirti qualche (costosa) inaugurazione in meno e qualche attenzione in più a chi ha veramente bisogno.
(*)Il "Buono famiglia" è il contributo di 1.300 euro a favore dei nuclei a basso reddito che hanno a carico anziani ricoverati in case di riposo o disabili in residenze assistenziali, che presentino almeno una delle seguenti due condizioni: avere nel proprio nucleo familiare almeno un figlio, anche in affido, minorenne e un indicatore della situazione di reddito familiare (ISR) non superiore a 22.000 euro, o percepire ammortizzatori sociali a causa dell'interruzione o sospensione del rapporto di lavoro.
Ma sembra che la proroga non basti perchè i lombardi ne facciano richiesta. Neppure con i nuovi requisiti.
Prova ne è che ieri mattina (12/3) è arrivato un ordine di servizio a referenti e direttori dei distretti ASL della Lombardia che li ha precettati per le giornate del 13 e 14 marzo in modo da essere presenti in tutte strutture per anziani e per non autosufficienti per la promozione del buono famiglia regionale ai parenti degli ospiti.
Caro presidente Formigoni, questi sono i mezzi ai quali devi ricorrere quando proponi provvidenze fatte per la campagna elettorale più che per i reali bisogni dei cittadini Lombardi.
Mi permetto suggerirti qualche (costosa) inaugurazione in meno e qualche attenzione in più a chi ha veramente bisogno.
(*)Il "Buono famiglia" è il contributo di 1.300 euro a favore dei nuclei a basso reddito che hanno a carico anziani ricoverati in case di riposo o disabili in residenze assistenziali, che presentino almeno una delle seguenti due condizioni: avere nel proprio nucleo familiare almeno un figlio, anche in affido, minorenne e un indicatore della situazione di reddito familiare (ISR) non superiore a 22.000 euro, o percepire ammortizzatori sociali a causa dell'interruzione o sospensione del rapporto di lavoro.
giovedì 11 marzo 2010
Legittimo impedimento: legge “fotografia” delle vicende del Presidente del Consiglio
Legittimo impedimento: un’altra legge “fotografia” delle vicende personali (e penali) del Presidente del Consiglio dei ministri
Ho pubblicato sulla home page del sito un intervento del prof. Giorgio Grasso sulla legge approvata nella serata del 10/3 dal Senato della Republica. Invito a leggerlo.
Quello approvato è un provvedimento che, sostanzialmente, esonera il Presidente del Consiglio dal comparire in tribunale in quanto (costantemente) impegnato nelle attività di governo.
Eppure una soluzione ci sarebbe per far si che anche Berlusconi fosse uguale agli altri cittadini di fronte alla legge. Almeno in questo caso.
Se le costante riduzione delle risorse a disposizione della giustizia non impedisse ai tribunali lo straordinario, il Presidente del Consiglio potrebbe essere invitato a comparire nel tempo che riserva alle numerose e variamente frequentate feste a palazzo Grazioli.
A meno che i suoi espertissimi legali non riescano a dimostrare che proprio questa è la sua vera attività di governo.
Ho pubblicato sulla home page del sito un intervento del prof. Giorgio Grasso sulla legge approvata nella serata del 10/3 dal Senato della Republica. Invito a leggerlo.
Quello approvato è un provvedimento che, sostanzialmente, esonera il Presidente del Consiglio dal comparire in tribunale in quanto (costantemente) impegnato nelle attività di governo.
Eppure una soluzione ci sarebbe per far si che anche Berlusconi fosse uguale agli altri cittadini di fronte alla legge. Almeno in questo caso.
Se le costante riduzione delle risorse a disposizione della giustizia non impedisse ai tribunali lo straordinario, il Presidente del Consiglio potrebbe essere invitato a comparire nel tempo che riserva alle numerose e variamente frequentate feste a palazzo Grazioli.
A meno che i suoi espertissimi legali non riescano a dimostrare che proprio questa è la sua vera attività di governo.
lunedì 8 marzo 2010
Il sonno della ragione genera mostri
«Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi " governare", senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. (…) Ma vi domando: perché non reagite, perché tollerate che questi tiranni vi spoglino progressivamente, in modo aperto o velato, di un diritto dopo l'altro, fino a quando un giorno non rimarrà più nulla, null'altro che una macchina statale comandata da criminali e ubriaconi? (…)
Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra responsabilità. (…)
Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità. Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo "governo", mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta (…)»
(dai Volantini della Rosa Bianca)
Non c’è soluzione di continuità tra il decreto salva liste-PdL e molte leggi e decreti cui Berlusconi ci ha abituato. Per questo non sorprende.
Non per questo non indigna. Ancora una volta si è imposto al Paese che il sultano è legibus solutus e con esso i suoi vassalli, valvassori e lacchè.
Ma c’è di più. Ed è forse questa la novità più incresciosa.
Si è umiliata la Presidenza della Repubblica. Si è umiliata la massima carica istituzionale; la suprema garanzia della convivenza repubblicana.
Soprattutto si è umiliato l’uomo. Giorgio Napolitano. Il quale ha, saggiamente, evitato che lo scontro istituzionale raggiungesse il punto di non ritorno. Considerando interpretativo un testo che nulla interpreta, ma tutto riscrive. A vantaggio del sultano e dei suoi adepti. Ancora una volta.
A Napolitano la mia stima e solidarietà per la saggezza dimostrata. Per aver operato secondo il mandato costituzionale. Almeno lui!
Alla politica, quella vera, quella a servizio dei cittadini, il compito più difficile: risvegliare gli italiani dal sonno della ragione. Prima che generi più mostri di quanto una democrazia possa sopportarne.
Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra responsabilità. (…)
Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità. Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo "governo", mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta (…)»
(dai Volantini della Rosa Bianca)
Non c’è soluzione di continuità tra il decreto salva liste-PdL e molte leggi e decreti cui Berlusconi ci ha abituato. Per questo non sorprende.
Non per questo non indigna. Ancora una volta si è imposto al Paese che il sultano è legibus solutus e con esso i suoi vassalli, valvassori e lacchè.
Ma c’è di più. Ed è forse questa la novità più incresciosa.
Si è umiliata la Presidenza della Repubblica. Si è umiliata la massima carica istituzionale; la suprema garanzia della convivenza repubblicana.
Soprattutto si è umiliato l’uomo. Giorgio Napolitano. Il quale ha, saggiamente, evitato che lo scontro istituzionale raggiungesse il punto di non ritorno. Considerando interpretativo un testo che nulla interpreta, ma tutto riscrive. A vantaggio del sultano e dei suoi adepti. Ancora una volta.
A Napolitano la mia stima e solidarietà per la saggezza dimostrata. Per aver operato secondo il mandato costituzionale. Almeno lui!
Alla politica, quella vera, quella a servizio dei cittadini, il compito più difficile: risvegliare gli italiani dal sonno della ragione. Prima che generi più mostri di quanto una democrazia possa sopportarne.
sabato 6 marzo 2010
Decreto salva PdL: l'arroganza di un potere al tramonto
Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, ha criticato duramente il decreto salva-elezioni. «Il governo ha intera la responsabilità di aver consumato un'ultima violazione delle regole democratiche», ha dichiarato in una nota. «Dopo le leggi ad personam per tutelare interessi privati del premier, ecco che si fanno le leggi su misura per le liste regionali del Pdl per sanare i pasticci provocati dai loro dirigenti locali», ha aggiunto, «si vogliono coprire le divisioni, i malumori, le inadeguatezze del centrodestra e si trucca la partita elettorale per vincere, costi quel che costi».
«Non accettiamo questa arroganza del potere che calpesta i principi della democrazia e mette a rischio i fondamenti della convivenza civile», ha spiegato, «mobiliteremo tutti i democratici del Paese, e anche tra gli elettori del centrodestra sono tanti quelli che oggi sono le prime vittime di una classe dirigente di irresponsabili e di azzeccagarbugli». Per Bindi, «il voto di marzo sarà anche l'occasione per far vedere che si sta allargando il divario tra il centrodestra e il sentire profondo degli italiani».
«Non accettiamo questa arroganza del potere che calpesta i principi della democrazia e mette a rischio i fondamenti della convivenza civile», ha spiegato, «mobiliteremo tutti i democratici del Paese, e anche tra gli elettori del centrodestra sono tanti quelli che oggi sono le prime vittime di una classe dirigente di irresponsabili e di azzeccagarbugli». Per Bindi, «il voto di marzo sarà anche l'occasione per far vedere che si sta allargando il divario tra il centrodestra e il sentire profondo degli italiani».
venerdì 5 marzo 2010
La politica e il possibile
giovedì 4 marzo 2010
Immigrazione e campagna elettorale
Ragionare di immigrazione in campagna elettorale sembra essere impossibile. Molto più facile sentire slogan pregiudiziali se non ideologici. Quasi che l’elettore debba essere considerato incapace di un giudizio razionale. Non sono di questo avviso e torno quindi a parlarne su questo blog.
Il 17 Febbraio scorso la Commissione Episcopale per le Migrazioni ha emesso un comunicato stampa che così riassumo.
1. I fatti di Rosarno dimostrano che la carenza di progettualità politica e l’assenza delle istituzioni diventano causa di sfruttamento e conflittualità sociale. I fatto di via Padova a Milano evidenziano come l’esclusione sociale e la ghettizzazione provocano scontri tra etnie e crescente conflittualità.
2. Gli sgomberi di campi rom, senza un progetto preciso che tuteli le famiglie e i minori, costituiscono un attacco ai diritti delle persone e delle famiglie, oltre che un motivo ulteriore per esasperare le relazioni tra le persone coinvolte.
3. Nell’apposito capitolo del Dossier Caritas/Migrantes 2009, estrapolando le denunce presentate contro autori noti ed equiparando le classi di età tra italiani e il numero effettivo degli immigrati si arriva a stabilire un uguale tasso di criminalità tra italiani e stranieri residenti. E’ pertanto impropria ogni criminalizzazione pregiudiziale e generalizzata degli immigrati.
Il comunicato si conclude con un l’auspicio che i temi della giustizia sociale e dell’integrazione ritornino al centro dei programmi e delle politiche locali, evitando che la tematica dell’immigrazione sia usata pregiudizialmente e ideologicamente per scopi elettorali.
Navigando i siti di molti candidati, non pochi dei quali si definiscono cattolici, si trovano proposte di significato diametralmente opposto. Non politiche di integrazione, ma tolleranza zero. Non promozione di reciproca conoscenza culturale, religiosa, di stili di vita, ma ronde. Non proposte ragionate, ma slogan ad effetto. Molti luoghi comuni.
Eppure resto convinto della innata capacità di integrazione dei lombardi. Peraltro molto più profonda di quanto certi slogan di politici vorrebbero far intendere.
Il 17 Febbraio scorso la Commissione Episcopale per le Migrazioni ha emesso un comunicato stampa che così riassumo.
1. I fatti di Rosarno dimostrano che la carenza di progettualità politica e l’assenza delle istituzioni diventano causa di sfruttamento e conflittualità sociale. I fatto di via Padova a Milano evidenziano come l’esclusione sociale e la ghettizzazione provocano scontri tra etnie e crescente conflittualità.
2. Gli sgomberi di campi rom, senza un progetto preciso che tuteli le famiglie e i minori, costituiscono un attacco ai diritti delle persone e delle famiglie, oltre che un motivo ulteriore per esasperare le relazioni tra le persone coinvolte.
3. Nell’apposito capitolo del Dossier Caritas/Migrantes 2009, estrapolando le denunce presentate contro autori noti ed equiparando le classi di età tra italiani e il numero effettivo degli immigrati si arriva a stabilire un uguale tasso di criminalità tra italiani e stranieri residenti. E’ pertanto impropria ogni criminalizzazione pregiudiziale e generalizzata degli immigrati.
Il comunicato si conclude con un l’auspicio che i temi della giustizia sociale e dell’integrazione ritornino al centro dei programmi e delle politiche locali, evitando che la tematica dell’immigrazione sia usata pregiudizialmente e ideologicamente per scopi elettorali.
Navigando i siti di molti candidati, non pochi dei quali si definiscono cattolici, si trovano proposte di significato diametralmente opposto. Non politiche di integrazione, ma tolleranza zero. Non promozione di reciproca conoscenza culturale, religiosa, di stili di vita, ma ronde. Non proposte ragionate, ma slogan ad effetto. Molti luoghi comuni.
Eppure resto convinto della innata capacità di integrazione dei lombardi. Peraltro molto più profonda di quanto certi slogan di politici vorrebbero far intendere.
martedì 2 marzo 2010
Se il torrente Lura non lambisce l’Europarlamento
Evidentemente il torrente Lura non lambisce l’Europarlamento.
E’ questa la sconsolata conclusione alla quale giungo leggendo le dichiarazioni di Lara Comi in merito alla petizione per il risanamento del Lura, da me condivisa durante la riunione con i 5 candidati alla carica di Sindaco del comune di Saronno. Che un parlamentare europeo della mia città sia contraria a sollecitare la Regione a mantenere l’impegno di migliorare lo stato di salute del torrente Lura, lascia sconcertati.
La mozione di Alberto Paleardi chiede una cosa molto semplice: che la regione rispetti gli impegni presi e porti il livello qualitativo delle acque del Lura a “buono”. Non è una nostra trovata elettorale. E’ un impegno previsto dalla direttiva 60/2000 della Comunità Europea, come recepita dalla legge 152/2006 all’art 77 . Secondo il dettato di tale articolo, la Regione Lombardia è già inadempiente in quanto avrebbe dovuto conseguire lo stato qualitativo “sufficiente” entro il 31/12/2008.
Rinviare ora al 2027 l’impegno al raggiungimento del livello “buono”, oggi previsto per il 2015, significa rinviarlo sine die. Forse Comi dimentica che nel 2015 il nostro territorio sarà sotto i riflettori del mondo con l’Expo. Possiamo permettere che Saronno e il saronnese presentino il bacino del Lura non come un’attrazione naturalistica, ma come una cloaca e cielo aperto? Personalmente sono convinto di no, ma attendo che l’onorevole Comi si pronunci.
Per quanto riguarda il tavolo di lavoro proposto dalla Comi, mi vedo costretto a rammentarle che questo esiste già. E dal lontano 2004. Si chiama “CONTRATTO DI FIUME OLONA – BOZZENTE – LURA”. E’ sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione Lombardia, Amministrazioni Comunali (77 tra cui Saronno, nda), Amministrazioni Provinciali di Milano, Varese e Como, Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Milano (Provincia), Varese e di Como, ARPA Lombardia, Autorità di Bacino del fiume Po, Agenzia Interregionale per il Po (AIPO), Ufficio Scolastico Regionale Per la Lombardia). E’ quindi qualcosa di ben più cogente del tavolo di lavoro di cui parla. Peraltro, sarei curioso di sapere se la proposta dell’on. Comi non sottintenda una sconfessione dell’operato del presidente Formigoni che, stando al dettato dell’art 6, fa parte del Comitato di coordinamento del Contratto di Fiume ed ha l’ obbligo di convocarlo invitando tutti i sottoscrittori almeno una volta all’ anno.
Qui non si tratta di istituire tavoli, ma di mantenere gli impegni presi.
Altro dato estremamente interessante fornito sempre da Lara Comi sono i 14 milioni e 190mila € che la Regione avrebbe erogato nell’ ambito del contratto di fiume, che ha come primo obiettivo strategico il risanamento delle acque anche del torrente Lura. Le saremmo molto grati se spiegasse ai saronnesi a cosa sono serviti: l’ acqua del nostro torrente, è ben visibile da tutti, presenta un livello di qualità pessimo sia prima che dopo le somme che sarebbero state spese spese.
Purtroppo le elezioni regionali si avvicinano. E mentre il torrente Lura muore, il presidente Formigoni inaugura.
Se Lara Comi ritornerà sui suoi passi, i saronnesi non potranno che esserne contenti.
E’ questa la sconsolata conclusione alla quale giungo leggendo le dichiarazioni di Lara Comi in merito alla petizione per il risanamento del Lura, da me condivisa durante la riunione con i 5 candidati alla carica di Sindaco del comune di Saronno. Che un parlamentare europeo della mia città sia contraria a sollecitare la Regione a mantenere l’impegno di migliorare lo stato di salute del torrente Lura, lascia sconcertati.
La mozione di Alberto Paleardi chiede una cosa molto semplice: che la regione rispetti gli impegni presi e porti il livello qualitativo delle acque del Lura a “buono”. Non è una nostra trovata elettorale. E’ un impegno previsto dalla direttiva 60/2000 della Comunità Europea, come recepita dalla legge 152/2006 all’art 77 . Secondo il dettato di tale articolo, la Regione Lombardia è già inadempiente in quanto avrebbe dovuto conseguire lo stato qualitativo “sufficiente” entro il 31/12/2008.
Rinviare ora al 2027 l’impegno al raggiungimento del livello “buono”, oggi previsto per il 2015, significa rinviarlo sine die. Forse Comi dimentica che nel 2015 il nostro territorio sarà sotto i riflettori del mondo con l’Expo. Possiamo permettere che Saronno e il saronnese presentino il bacino del Lura non come un’attrazione naturalistica, ma come una cloaca e cielo aperto? Personalmente sono convinto di no, ma attendo che l’onorevole Comi si pronunci.
Per quanto riguarda il tavolo di lavoro proposto dalla Comi, mi vedo costretto a rammentarle che questo esiste già. E dal lontano 2004. Si chiama “CONTRATTO DI FIUME OLONA – BOZZENTE – LURA”. E’ sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione Lombardia, Amministrazioni Comunali (77 tra cui Saronno, nda), Amministrazioni Provinciali di Milano, Varese e Como, Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Milano (Provincia), Varese e di Como, ARPA Lombardia, Autorità di Bacino del fiume Po, Agenzia Interregionale per il Po (AIPO), Ufficio Scolastico Regionale Per la Lombardia). E’ quindi qualcosa di ben più cogente del tavolo di lavoro di cui parla. Peraltro, sarei curioso di sapere se la proposta dell’on. Comi non sottintenda una sconfessione dell’operato del presidente Formigoni che, stando al dettato dell’art 6, fa parte del Comitato di coordinamento del Contratto di Fiume ed ha l’ obbligo di convocarlo invitando tutti i sottoscrittori almeno una volta all’ anno.
Qui non si tratta di istituire tavoli, ma di mantenere gli impegni presi.
Altro dato estremamente interessante fornito sempre da Lara Comi sono i 14 milioni e 190mila € che la Regione avrebbe erogato nell’ ambito del contratto di fiume, che ha come primo obiettivo strategico il risanamento delle acque anche del torrente Lura. Le saremmo molto grati se spiegasse ai saronnesi a cosa sono serviti: l’ acqua del nostro torrente, è ben visibile da tutti, presenta un livello di qualità pessimo sia prima che dopo le somme che sarebbero state spese spese.
Purtroppo le elezioni regionali si avvicinano. E mentre il torrente Lura muore, il presidente Formigoni inaugura.
Se Lara Comi ritornerà sui suoi passi, i saronnesi non potranno che esserne contenti.
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