I politici italiani sono riusciti ancora una volta a evitare una riduzione di stipendio, pur nel momento in cui approvavano una manovra con pesanti effetti sui cittadini. E', per ora, l'ultimo esempio della scarsa qualità della nostra classe politica. In un paese a democrazia matura, noi elettori dovremmo punire questi (ed altri) comportamenti devianti, avviando una virtuosa selezione di candidati e quindi di eletti.
Durante la campagna elettorale per le ultime elezioni Regionali, avevo proposto una riduzione pari al 50% del ricco appannaggio (oltre 12.000 Euro netti al mese) che Regione Lombardia riserva ai suoi 80 consiglieri, così formulata:
- ridurre l’indennità di funzione, lo “stipendio” mensile netto del consigliere regionale, da 3.466,38 Euro a 3.000,00 Euro e proporzionalmente ridurre l’indennità di funzione per tutte le diverse cariche che il consigliere regionale può ricoprire;
- eliminare la diaria, a titolo di rimborso spese per la presenza, pari a 2.602,08 Euro mensili;
- mantenere fermo il rimborso per le spese di trasporto dal luogo di residenza a Milano, da un minimo di 238,14 Euro a un massimo di 1905,12;
- dimezzare il rimborso spese per missioni nel territorio regionale, che attualmente ammonta a 3.525,12 Euro mensili;
- dimezzare il rimborso spese per missioni in Italia o presso l’Unione europea, attualmente misurato su 11 viaggi aerei Roma-Milano e ritorno e calcolato sulle tariffe applicate dalla compagnia di bandiera;
- dimezzare l’importo dell’indennità di fine mandato che il consigliere regionale riceve e abolire l’assegno vitalizio attualmente esistente;
Proponevo di utilizzare il risparmio conseguente, ipotizzabile in 7 – 8 milioni di Euro/anno, per finanziare un Fondo a disposizione del Consiglio regionale per bisogni urgenti o aiuti in campo sociale.
Ricordo di aver ricevuto solamente le adesioni di altri due candidati al Consiglio Regionale: quella di Fabio Pizzul e Marco Granelli.
Apprendo ora che il PD avrebbe presentato in Regione un progetto di legge per superare quelli che vengono definiti gli unici due privilegi significativi che ha un consigliere regionale: il vitalizio e l'indennità di fine mandato. Ammettendo così che una retribuzione superiore ai 12.000 Euro netti al mese non può essere classificata tra (gli odiosi) privilegi.
Se così fosse dovremmo ammettere, con profonda delusione, che anche il nostro partito ha eletto in Lombardia consiglieri regionali non adatti al loro ruolo. Perchè incapaci di relazionarsi con la drammatica realtà sociale che li circonda. Perchè culturalmente incapaci di leggere quei segni dei tempi che non solo consiglierebbero, ma eticamente obbligherebbero, a scelte anche simbolicamente ben diverse. Se poi il provvedimento ora al vaglio della commissione Bilancio di Regione Lombardia trovasse un consenso bipartisan, saremmo di fronte ad una aggravante "castale", non sicuramente ad un aspetto positivo.
Inutile lagnarsi del crescente populismo che disprezza la politica quando non sappiamo compiere scelte dovute, prima che coraggiose.
Rimane la speranza che non sia ancora troppo tardi per trovarci di fronte ad una occasione mancata.