Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

domenica 3 luglio 2011

Il fattore Alfa

Angelino Alfano è il primo segretario nazionale del PdL. Un'operazione accompagnata da molte ombre. Ma che sarebbe un grave errore sottovalutare. Banalizzare.
Certo, fino ad ora, Alfano è stato un servo docile e obbediente ai voleri del padrone. Per lui ha firmato leggi vergogna. E forse grazie anche a questo è segretario nazionale del PdL.

Ma l'aspetto più significativo della sua pseudo-elezione, non sta nella scelta della sua persona. Più importante del nome Alfano è l'eliminazione dei tre (impresentabili) coordinatori nazionali. E di gran lunga ancora più importante è la decisione di Berlusconi di mettere a capo di un partito, sino ad ora "protesi di se stesso", un altro da sè. E così facendo, ha reso palese una presa di coscienza impensabile fino a poche settimane fa: la consapevolezza che la sua parabola politica è finita.

Non abbiamo certezze sulla durata di questa legislatura. Ma da ieri siamo certi che il prossimo candidato del PdL alla presidenza del Consiglio non sarà più Silvio Berlusconi. Siamo di fronte ad una svolta epocale, le cui conseguenze, oggi non prevedibili, vanno ben oltre le traballanti sorti del PdL. Alfano è tutto tranne che una "faccia nuova" della politica italiana. Ma il suo nuovo ruolo dentro il PdL rappresenta una innovazione da non sottovalutare.
Non la potrà sottovalutare la Lega. Dove un Bossi imbolsito e ormai "scaricato" dalla base, si vedrà costretto a dare spazio, molto più rapidamente di quanto avrebbe voluto, all'emergente Maroni. E dal confronto tra Alfano e Maroni, con Tremonti terzo incomodo, scaturirà, probabilmente, il candidato del centrodestra alle prossime elezioni.

Non la dovrà sottovalutare il PD. Soprattutto se Alfano riuscirà a ri-motivare l'ampia fascia di elettori del centrodestra che le grottesche vicende di Berlusconi avevano traghettato nell'area del non voto.

Certo, la decisione di dotare il PdL di un segretario nazionale è arrivata in zona Cesarini. Ma grandi squadre hanno ribaltato le sorti di una partita togliendo dalla panchina l'uomo giusto negli ultimi minuti.

Nessuno, oggi, può dire se non sarà così anche per il "fattore Alfa". 

1 commento:

  1. Caro Augusto, è ragionevole quello che hai scritto sulla designazione di Alfano: forse saranno lui e Maroni a giocarsi la candidatura del centrodestra alle prossime elezioni. Uno come me, tu lo sai, non può, però, rinunciare a dire che preferirebbe di gran lunga Formigoni.

    Permettimi però un appunto: non ho letto un tuo post sulla scelta di S.E. Angelo Scola per la cattedra che fu di s. Ambrogio. Possibile che un "martiniano" come te non abbia nulla da dire? O non lo vuoi dire?
    ciao.
    Dario C.

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