Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

giovedì 1 dicembre 2016

Dossetti e quegli eredi che scambiano ossa per bastoni

Che voto sarà quello di domenica 4 Dicembre?
Non me lo domando in relazione al possibile risultato, ma alle condizioni della campagna referendaria che lo sta precedendo.

Una campagna con un peccato originale: una personalizzazione inutile, dannosa, controproducente; "un dibattito che ha, fin dall'inizio, abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo". Mentre "era chiaro che se si voleva chiedere una decisione sul contenuto della riforma costituzionale lo si sarebbe dovuto separare, come saggiamente da alcuni proposto fin dall'inizio dell’estate, dalla sorte del governo.
Un palese tentativo di gran parte dei poteri forti, internazionali e nazionali, finanziari ed economici, di condizionarne l'esito tramite la diffusione di paure irrazionali. Insomma, "una rissa che ha trasmesso in Italia ed all'estero un senso di debolezza che, qualsiasi sarà il risultato di questo referendum, si trasformerà in un periodo (speriamo non troppo lungo) di inutile e dannosa turbolenza."

Si va al voto in una situazione talmente caotica che, anche chi, nel recente passato, ha avuto un ruolo significativo per la crescita democratica, sociale ed economica di questo Paese, ha finito per arrendersi a considerarla una scelta tra "succhiare un osso o un bastone". Scambiando, per di più, l'osso con il bastone!

E quando il caos diviene il dominus incontrastato e l'irrazionalità porta a scambiare "lucciole per lanterne" è necessario andare alla ricerca di punti fermi, dei fondamentali. E' necessario essere ben consci del tentativo di manipolazione del consenso che questo caos può comportare. E se parliamo di Costituzione repubblicana, Giuseppe Dossetti è sicuramente un riferimento imprescindibile. 

Nella lettera ai Comitati per la difesa della Costituzione del 23 maggio 1994, Dossetti scriveva: "Ora la mia preoccupazione fondamentale è che si addivenga a referendum, abilmente manipolati, con più proposte congiunte, alcune accettabili e altre del tutto inaccettabili, e che la gente ... finisca col dare un voto favorevole complessivo sull'onda del consenso indiscriminato a un grande seduttore: il che appunto trasformerebbe un mezzo di cosiddetta democrazia diretta in un mezzo emotivo e irresponsabile di plebiscito". Dopo 22 anni, l'attualità di queste preoccupazioni è tale da non richiedere commenti.

Giovanni Nicolini, che di Dossetti fu caro amico e stretto collaboratore, pochi giorni or sono ha scritto: "Senza ombra di dubbio Dossetti avrebbe combattuto questa riforma prima di tutto perché operazione illegittima e pericolosa: un parlamento eletto con legge dichiarata incostituzionale che si arroga il compito di cambiare un’ampia parte della Costituzione (47 articoli, pari a 1/3 della Costituzione) con stretta maggioranza politica. In secondo luogo perché ne risulterebbe una Costituzione di parte. I padri costituenti parlavano di “Casa comune”.  La costituzione del ‘48 fu scritta insieme e fu votata a larghissima maggioranza, 88%, da quanti erano avversari politici. La riforma di oggi invece divide gli italiani: se prevalesse il sì, metà degli italiani non si riconoscerebbero nel nuovo testo della Costituzione".

Ritengo che solo pochi irriducibili abbiano la sfrontatezza di affermare che il testo sottoposto a referendum contenga solamente proposte condivisibili. La maggior parte degli osservatori politici, come dei docenti di diritto costituzionale dichiarano che la riforma contiene proposte condivisibili ed altre del tutto inaccettabili (se non pericolose). 

E' mio personale convincimento che, nel merito, le seconde prevalgano largamente sulle prime.

mercoledì 18 maggio 2016

Solo contributi a copertura dei "costi sociali" al Pasta?


"... la Corte dei Conti vuole che il Comune dia solo un contributo per i costi sociali" al teatro di Saronno.

Con questa motivazione l'Amministrazione leghista ha tagliato i contributi al Teatro Giuditta Pasta per il 2016, ne ha provocato le dimissioni del Consiglio di Amministrazione e reso incerto il futuro del teatro stesso.

Certo, un pronunciamento dell'organo che nel nostro ordinamento è deputato a controllare l’utilizzo appropriato ed efficace dei fondi pubblici e la regolarità dell’azione amministrativa è da tenere nella massima considerazione.

Ma siamo certi che il Sig. Sindaco abbia correttamente interpretato il pronunciamento della Corte?
La domanda appare più che legittima a giudicare dai dati che riporto nei tre documenti del post.
Ma andiamo con ordine.
  1. Teatro Alla Scala: da una ricerca pubblicata dall'Università Bocconi nel 2013 apprendiamo che il comune di Milano ha versato, dai 3 ai 4 milioni di Euro all'anno nel periodo 2010 - 2011 - 2012;
  2. Piccolo Teatro: dai dati del Bilancio 2015, notiamo che, sempre il comune di Milano ha contribuito per oltre 4,5 milioni di Euro per il sostegno dell'attività teatrale, per il complesso delle attività artistiche e culturali, la manutenzione, la prevenzione incendi, ...;
  3. Teatro Sociale - Como: dal sito del teatro leggiamo che le sue attività sono sostenute, tra gli altri, dal comune di Como.

Che tutti i contributi erogati dai comuni di Milano e Como a questi enti siano a copertura dei soli "costi sociali"? Sembrerebbe proprio di no e la descrizione riportata nel documento di bilancio del "Piccolo" non lascia dubbi in proposito.

Fugato allora quel dubbio torniamo alla domanda iniziale: non è che l'interpretazione data dall'amministrazione leghista al pronunciamento della Corte sia una scelta tutta politica nel tentativo di azzoppare una delle attività culturali più apprezzate in città e non solo? 
E’ utopia pensare che qualsiasi teatro possa mantenersi con le proprie forze o essere in grado di ottenere un risultato economico. Fingere di non capirlo significa condannarlo a morte nei fatti anche se, a parole, si vuol far credere di volerlo rilanciare. 

Già, la cultura... Quali regimi, nel corso dei secoli, hanno sempre avuto una gran paura della cultura?

Ricordiamoci che non di solo staff e carciofi (sequestrati) vive una città!  #SaronnoMeritadi+ 

martedì 10 maggio 2016

Sig. Sindaco, si fermi!

Al Signor Sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli, che ha recentemente dichiarato a "Il Saronno" di doversi primariamente occupare dei saronnesi che hanno perso il loro lavoro, mi permetto inviare la seguente lettera aperta.

Egr. Sig. Sindaco,
le assicuro che saremmo davvero lieti se Lei e la sua Amministrazione operaste per dare lavoro ai cittadini che l’hanno perso. Sono personalmente certo che tutti i saronnesi, a prescindere dal loro orientamento politico, apprezzerebbero risultati concreti in questo senso.

E’ veramente incomprensibile, invece, che, per mero pregiudizio politico, un’intera amministrazione spenda tempo e risorse nel vano tentativo di impedire al rappresentante del Governo, alla Caritas Ambrosiana, alla Chiesa cattolica saronnese e a numerose associazioni cittadine di dare temporanea ospitalità a 32 persone in attesa che la loro richiesta di asilo venga esaminata dalle competenti autorità secondo quanto previsto dalle leggi vigenti.  Tutto ciò è ancora più incomprensibile quando è ormai chiaro a tutti che consentire l’esercizio di questo diritto all'accoglienza non costerebbe un solo Euro alle casse del Comune.

Sig. Sindaco, si fermi e ascolti la disponibilità che viene da una parte significativa della comunità saronnese!

Mi creda: è ancora in tempo a rivendicare il superamento dei problemi burocratici che, a Suo dire, precluderebbero l’utilizzo della struttura gentilmente concessa dalla Suore della Presentazione. Magari chiamando il Consiglio comunale a condividere questo Suo risultato. 

Non perda, Sig. Sindaco, l’occasione per uscire dal cul-de-sac nel quale rischia di trascinare l'intera Amministrazione. E di impedire che la nostra Saronno venga bollata, per la prima volta nella sua storia, come città inospitale.

Certo #SaronnoMeritaDi+! Ma apprezzerebbe sicuramente il coraggio di questa Sua decisione.

Cordiali saluti.

Augusto Airoldi



giovedì 28 aprile 2016

Caro Veronesi, basta falsità e mistificazioni!

Sono sempre più convinto che #SaronnoMeritaDi+

Il recente comunicato del Capogruppo consiliare della Lega Nord, Angelo Veronesi, è una sfida all’umano raziocinio, piuttosto che una presa di posizione politica.

Il 25 Aprile, caro Veronesi, è una festa di popolo. Del popolo italiano, che si riconosce libero perché liberato da coloro che, per questo, hanno lottato e, spesso, dato la vita: uomini e donne di differente orientamento  politico e religioso, credenti e non credenti, laici e sacerdoti. E’ falso affermare che sia una “Giornata dell’Orgoglio Leninista Stalinista”. Tradisce lo spirito del 25 Aprile, non meno di coloro che voltano le spalle al Sindaco eletto, chi, ricoprendo ruoli istituzionali, non indossa il tricolore nelle cerimonie ufficiali e nel suo discorso commemorativo si guarda bene dal fare riferimento all’antifascismo e dal pronunciare la parola “Italia”; tradiscono il 25 Aprile quelle forze politiche che disertano le celebrazioni ufficiali.

E veniamo al tema dei richiedenti asilo. E’ falso, caro Veronesi, affermare che qualcuno si sia nascosto “dietro istituzioni caritatevoli e religiose” con lo scopo di “portare in città 32 presunti profughi e presunti asilanti”. La richiesta viene dal Prefetto Giorgio Zanzi; ad essa hanno risposto positivamente l’ordine religioso delle Suore della Presentazione, la Caritas Ambrosiana, la Chiesa cattolica saronnese e diverse associazioni cittadine di volontariato. E’ falso lasciar credere che la presenza a Saronno dei richiedenti asilo riduca  le risorse a favore dei saronnesi meno abbienti. Bisognerebbe piuttosto avere il coraggio di riconoscere che tale riduzione è dovuta allo staff del Sindaco, che costa oltre 100.000 euro all’anno (e nessuno sa cosa faccia tutto il giorno).

Certo, dopo un anno di amministrazione leghista di cui si ricorda solamente il nulla sotto vuoto spinto (a partire dalla tanto sbandierata sicurezza) il possibile arrivo di 32 richiedenti asilo è stata una inaspettata boccata d’ossigeno che vi ha permesso dire ai saronnesi: vedete che ci siamo ancora? Difficile spiegare diversamente la vergognosa mistificazione con la quale avete tentato di spacciare per clandestini persone che la legge considera richiedenti asilo. Difficile spiegare diversamente le incredibili affermazioni del sig. Sindaco che ad un quotidiano nazionale avrebbe dichiarato: "i maschi africani vicino alle scuole non ce li vedo per niente bene".

Caro Veronesi, “E’ dovere dei cittadini conoscere la verità per decidere cosa fare”. Ma la verità non si trasmette dichiarando il falso e mistificando. Saronno non è il paesotto di creduloni che forse pensavate di amministrare. E’ una città che, pur non nascondendosi le possibili difficoltà derivanti dall’accoglienza dei richiedenti asilo, ha compreso la catastrofe umanitaria che sta avvenendo ai confini del nostro Paese e si è resa disponibile a collaborare con lo Stato nel soccorrere persone in stato di grave bisogno. Compito di una amministrazione locale, qualunque ne sia il colore politico, è quantomeno quello non impedire l’esercizio di tale disponibilità. Rimuovendone gli impedimenti, qualora ne sia capace.

sabato 9 gennaio 2016

27 Gennaio: serve una parola chiara

Mancano ancora alcuni giorni al 27 Gennaio, Giornata della  Memoria. Un tempo che l’Amministrazione Fagioli può utilmente utilizzare per interrompere l’assordante silenzio che l’ha finora contraddistinta (anche) per quanto riguarda le celebrazioni della Giornata della Memoria. Ed evitare spiacevoli fraintendimenti.

Credo che nessun saronnese, qualunque sia il suo orientamento politico, sentisse la necessità di questa ulteriore manifestazione di autoreferenzialità, di completa separazione tra la società civile e i suoi amministratori. 

Anpi, Acli, Auser Saronno, Aned Gruppo della Memoria, Isola che non c’è, Amnesty International gruppo di Saronno, Società Storica Saronnese, Givis Saronno, Agesci Scout Saronno, Museo dell’Illustrazione e Cinema Silvio Pellico. Associazioni, movimenti e realtà cittadine che, per quanto diversi tra loro, hanno condiviso la necessità di invitare, con una sola voce, tutta la città a commemorare uno dei fatti più tragici della storia dell’umanità: l'Olocausto di sei milioni di ebrei e l’eliminazione di altre centinaia di migliaia di persone uccise per i loro convincimenti politici e religiosi, la loro appartenenza etnica o il loro orientamento sessuale. Ma una tale mostruosità sembra insufficiente perché l’attuale Amministrazione, a trazione leghista, ne faccia memoria con i propri cittadini, assestando così un colpo, forse insanabile, alla sua credibilità politica e istituzionale.

Certo è che, ad oggi, Saronno al Centro e il Consigliere comunale Alfonso Indelicato eletto in quota FdI, si sono dissociati da questa scelta della ”loro” Amministrazione. Prese di posizione significative e condivisibili, che suscitano, però, una domanda tremenda: ci sono forse negazionisti dentro l’Amministrazione comunale saronnese?

Una sua parola chiara, signor Sindaco, qualunque essa sia, sarebbe necessaria.