Quanto accaduto ultimamente all’ Amministrazione
Fagioli -e che forse sta ancora accadendo in queste ore- è un copione che Stanley
Kubrick avrebbe acquistato a qualsiasi prezzo. Uno storytelling da Oscar dell’horror.
Il Sindaco Fagioli potrebbe
pensare di aver inventato il “rimpasto progressivo”, la nuova espulsione …
al comunicato successivo. Ma, ahimè, anche in questo caso è arrivato tardi:
Virginia Raggi ha saputo fare meglio di lui. Per non citare Donald Trump. Forza,
signor Sindaco, può migliorare!
Intendiamoci, ogni amministrazione
può incontrare difficoltà nel suo percorso, soprattutto quando si regge su
accordi di programma tra forze politiche differenti. E non necessariamente per
motivazioni poco nobili, difficili da spiegare ai cittadini. Possono emergere
valutazioni differenti su come affrontare e risolvere i problemi, su come
destinare le risorse economiche.
Ma il Sindaco Fagioli non ha (avuto) di
questi problemi: in Consiglio comunale il suo partito ha espresso la maggioranza
assoluta. Se la canta e se la suona da solo. Perché, allora, questa infinita manfrina che si trascina dal 2015? Che inizia,
pochi giorni dopo le elezioni comunali, quando FI già dichiarava che, con la Lega, «c’erano
stati accordi precisi prima del voto … che sono stati completamente disattesi» e a
tre anni di distanza assistiamo ancora, impotenti, al triste spettacolo di questi giorni?
La risposta sta in una ulteriore
domanda: cosa ha fatto questa amministrazione per la città di Saronno in tre anni
di mandato? Semplice: se si eccettuano l’installazione di alcune telecamere e
la progressiva disarticolazione dei Servizi sociali, sostanzialmente nulla. Qualità
della vita peggiorata, sicurezza compresa. I saronnesi iniziano a perdere la pazienza, il risultato elettorale racimolato
dalla Lega a Saronno lo scorso 4 Marzo lo dimostra e ai piani alti (a Varese) è scattato l’allarme rosso.
L’attuale, triste commedia, altro non è che la reazione, un po' scomposta, del Sindaco Fagioli ad una situazione per lui sempre più
incerta: mancata la candidatura alla Camera dei Deputati, ora rischia anche
quella per il secondo mandato cittadino.
Inutile domandare perché non abbia
fornito alcuna motivazione al progressivo ritiro di deleghe, alla riassegnazione
di altre, alla fervida creatività che ha sostenuto l’invenzione di altre
ancora. Inutile domandarsi cosa c’entrino gli irrisolti problemi dei saronnesi: nulla, purtroppo! Certo un di più di bon ton istituzionale non avrebbe guastato, ma avrebbe richiesto un di più di coraggio. E «il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare».
Ma il tempo si fa breve, il 2020
è dietro l’angolo. Riuscirà il Sindaco nell'intento di risollevare le acciaccate sorti della
sua amministrazione e di (ri)dare smalto alla sua appannata immagine politica?
Se il passato è buona chiave di lettura, il futuro appare ormai
segnato. Più che un rimpasto sembra abbia combinato un impiastro.
Tempi cupi si profilano per noi saronnesi, ma fortunatamente il 2020 è vicino.
Tempi cupi si profilano per noi saronnesi, ma fortunatamente il 2020 è vicino.
Saronno merita di più!
E non da oggi.