Botulino. Silicone. Insulti.
Non aggiungerei altro se dovessi sintetizzare la campagna elettorale milanese del PdL a sostegno della Letizia Brichetto. Quella della Lega, praticamente non c'è stata.
Segno di malessere, certo. Di malessere nel centrodestra a livello nazionale. Segno della disperata necessità di Berlusconi di mantenere alto il caos dello scontro. Scelta che poi ha pesantemente pagato dimezzando le preferenze personali. E regalando a Bossi l'immagine di partito moderato. Ma anche la Lega ha raccolto poco più di un pugno di mosche.
Proprio l'insieme di questi fattori mi suggeriscono cautela. I prossimi giorni di campagna elettorale, che ci separano dal ballottaggio, saranno diversi. La Letizia Brichetto ha licenziato la sua agenzia di gestione dell'immagine. E B. ha messo a tacere la Santanchè.
Il PdL metterà pancia a terra la gigantesca ed efficacissima macchina di (dis)informazione di Berlusconi. Si rifarà il lifting del partito moderato: niente più botulino, silicone e insulti, ma Dio patria e famiglia.
Bossi e i suoi suoneranno la grancassa della paura: Pisapia è matto. Vuole trasformare Milano in zingaropoli. La città sarà in mano agli omosessuali e ai centri sociali. Sarà invasa da clandestini e musulmani. Il Duomo sarà umiliato dalla moschea più grande d'Europa. E via di questo passo.
Le prime avvisaglie già si vedono.
E' troppo presto per dire se le due nuove strategie andranno a segno.
E nessuno sa quanto realmente determinati siano i milanesi nel voler voltare pagina. Perchè nessuno ha potuto ancora analizzare se il clamoroso risultato del primo turno sia il rifiuto nauseato del metodo Berlusconi-Lassini-Santanchè o un giudizio politico sul "non pervenuto" di 5 anni della Letizia Brichetto.
Che Milano torni al centrosinistra è una speranza, non una certezza. Per ora, almeno.
Che Milano torni al centrosinistra è una speranza, non una certezza. Per ora, almeno.
Insomma, come ebbe a dire il vecchio Trap: "Non dire gatto, finchè non ce l'hai nel sacco".
Nessun commento:
Posta un commento