«Secondo la legge francese il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna».
Così si è pronunciata la Corte Costituzionale francese in una sentenza pubblicata lo scorso venerdì in risposta alla questione sollevata da due donne lesbiche, conviventi da 15 anni e con 4 figli, unite in un cosiddetto "Patto civile di solidarietà", il famoso "Pacs".
Le due donne avevano chiesto alla Corte di cancellare, in base all'articolo 66 della Costituzione che stabilisce il diritto di uguaglianza di tutti i cittadini, il divieto di matrimonio omosessuale in Francia. per «tutelare i quattro figli». Invece secondo i giudici costituzionali «l'articolo 66 della Costituzione non è applicabile al matrimonio». Le coppie gay possono infatti tranquillamente convivere e «beneficiare del quadro giuridico che offre il PACS».
«Il diritto a condurre una vita familiare normale», continua il dispositivo della sentenza, «non implica un diritto di sposarsi per coppie dello stesso sesso». In definitiva, «la differente situazione tra coppie omosessuali e le coppie composte da un uomo e una donna può giustificare una differenza di trattamento per quello che riguarda le regole del diritto di famiglia».
Mi sembra che la laicissima Francia abbia da insegnare tanto a chi, in Italia, si oppone ad una regolamentazione delle convivenze tra persone dello stesso sesso, quanto a chi vorrebbe chiamare "matrimonio" qualsiasi tipo di convivenza.
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