Ci prova un’altra volta. Con la sicumera di sempre. Ma con una violenza verbale mai ascoltata e con toni da resa dei conti finale. “Questa volta nessuno mi potrà fermare”. Sono le parole, angoscianti, con le quali Berlusconi ha annunciato la riforma della giustizia cui il suo governicchio ha dato il via. Una riforma così devastante da richiedere, per essere attuata, la modifica di mezza Costituzione repubblicana. Una riforma che non troverà in numeri necessari in Parlamento, nonostante la forsennata campagna acquisti scatenata lo scorso dicembre. E che richiederà quindi il referendum confermativo popolare.
Sappia allora Berlusconi che, anche questa volta, noi lo fermeremo.
Noi, la stragrande maggioranza degli italiani che si riconosce nella Costituzione perché “frutto di un’esperienza esemplare di alto compromesso delle principali culture politiche del Paese”. Così come gli impediremo di strumentalizzare la Costituzione al solo fine sviare il confronto politico dai veri problemi dei cittadini; impegnare il Parlamento altrimenti inoccupato a seguito della totale incapacità di governare della sua maggioranza. E arrivare al 2013 per giocarsi la elezione a Capo dello Stato.
No, signor presidente del Consiglio. Come ai tempi della sciagurata devolution, noi, gli italiani, ti fermeremo!
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