L'allarme lo aveva lanciato qualche settimana fa la DIA nel suo rapporto annuale: la Lombardia è ormai "colonizzata" dalla 'Ndrangheta. Pochi giorni fa gli avevano fatto eco il governatore Draghi e don Ciotti, presidente di Libera.
Ieri è arrivata la retata della magistratura milanese: 35 arresti da parte del nucleo di Polizia tributaria della guardia di finanza di Milano e dei carabinieri del Ros, in collaborazione con la polizia locale.
'Ndrangheta che non ha impiegato molto ad adeguarsi alla ecclettica realtà lombarda. Non più pizzini o incontri in sperduti quanto inaccoglienti casolari di campagna, ma meeting in spazi riservati messi a loro disposizione nelle strutture di eccellenza della sanità lombarda modello Formigoni: il Galeazzi e in qualche modo il Niguarda.
Ilda Bocassini, forse il più noto dei PM che Berlusconi vorrebbe "normalizzare" con la sua riforma epocale della Giustizia, è in prima linea in queste indagini. Giuseppe Gennari, altro magistrato milanese in probabile lista-normalizzazione, scrive nella sua ordiannza: «L'ospedale Galeazzi è ridotto a luogo di incontro riservato al servizio della 'ndrangheta». E «la cosa gravissima è che questa ormai conclamata penetrazione, a vari livelli, della sanità lombarda accade nella sostanziale indifferenza dei vertici amministrativi e politici, che anche dopo le recenti indagini non risulta abbiano assunto alcuna iniziativa».
Chiedere conto di tutto ciò al presidente Formigoni appare, purtroppo, partita persa. Nessuno può onestamente pretendere che presti attenzione a tali facezie assorbito come è dalla "ingombrante" presenza nel suo listino del consigliere Nicole Minetti.
Ma il modesto ministro Maroni da Lozza, che giudicò infamanti le parole di Saviano quando questi denunciò la penetrazione della 'Ndrangheta in Lombardia e il probabile coinvolgimento di parti della politica che governa la regione, avrà il coraggio di scusarsene pubblicamente?
Alla luce degli ultimi sviluppi non appare inappropriato considerare il ministro Maroni assolutamente inadatto a ricoprire un incarico così delicato.
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