Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

domenica 20 marzo 2011

Fratelli d'Italia, La Russa s'è desto

Ci si è messo anche il presidente Napolitano ad alimentare la confusione. "Non siamo in guerra con la Libia", ha detto oggi a Milano. E in effetti, non risulta che l'efficientissimo governo Berlusconi abbia trovato il tempo per recedere dal trattato di amicizia con Gheddafi, fino a ieri definito amico. Da oggi, l'amico bombardato.

In serata un geniale D'Alema, intervistato da Bianca Berlinguer, dichiarava "beh, non siamo certo in Libia per eliminare Gheddafi, ma per far rispettare la no fly zone", (imposta dalla dichiarazione n° 1973 del Consiglo di Sicurezza dell'ONU, nda).
Peccato che, con invidiabile tempismo, la CNN annunciasse l'inizio dei bombardamenti sul bunker di Gheddafi a Tripoli costringendo la Berlinguer a darne l'annuncio in diretta.

La star della giornata è stato però il ministro La Russa. Da ore fremeva di poter annunciare che anche i nostri aerei avevano finalmente preso parte attiva ai bombardamenti. L'ha potuto fare nel pomeriggio, coronando così una luminosa carriera di fine politico che da giovane manganellatore (a volte pure manganellato) l'ha condotto a maturo guerrafondaio.

Ma la frase più significativa della giornata sembra averla detta il (modesto, modestissimo!) ministro Frattini. Intervistato sulle intenzioni del nostro governo, ha testualmente risposto: "L'Italia vuole poter partecipare con un ruolo di primo piano al dopo Gheddafi". Altri, oratoriamente molto più efficaci, parlavano di "posto al sole".

Il Ministro Bossi, al quale nulla è mai 'fregato' dei massacri di Gheddafi, si tiene fuori per motivi di altissimo profilo: "arriveranno milioni di immigrati e in più perderemo il petrolio e il gas". Complimenti: una considerazione degna del miglior pratone di Pontida!

E, intanto, l'art. 11 della Costituzione continua, da tutti dimenticato, a ricordare che l'Italia rifiuta la guerra come strumento di risoluzione delle controverse internazionali.

P.S. In Siria e nello Yemen i locali democratici regimi stanno attuando repressioni non dissimili da quelle operate da Gheddafi. Dobbiamo aspettarci nuove coalizioni di volonterosi? Scommetterei di no.

2 commenti:

  1. Caro Augusto, e così siamo in guerra. Una delle guerre più strampalate che si ricordino. Un’operazione militare senza capo (non si sa neppure chi la comandi) né coda (resta misteriosa la “strategia” degli scoordinati bombardatori). La favola dell’ingerenza umanitaria è, appunto, una favola: a chi ancora crede che l’Occidente sia interessato alle sorti dei popoli oppressi da dittature sanguinarie conviene rivolgersi per referenze ai poveri ruandesi, sudanesi, yemeniti, siriani, iraniani,e sauditi, etc.,ignorati ieri, oggi e, mettiamo la mano sul fuoco, domani.
    Quanto all’Italia, in pochi mesi siamo passati da essere i leccapiedi di Gheddafi, ad essere i leccapiedi dei suoi carnefici: unico comune denominatore, il nostro ruolo subalterno. D’altronde Berlusconi conosce il Nord Africa attraverso i racconti di Ruby, non si può pretendere di più.
    Ma quel che lascia a bocca aperta è l’unanime consenso parlamentare intorno a questa sgangherata guerra. A parte la Lega, che pone una obiezione alta e nobile (“vi diamo le basi se vi prendete gli immigrati”), tutti, maggioranza e opposizione, sono felicemente favorevoli. Addirittura quelli dell’opposizione appaiono più entusiasti di quelli della maggioranza ! Pierfurbi Casini, of course, ma pure i nipotini di Berlinguer, con Bersani nei panni di novello Scipione (in maniche di camicia).
    Il simpatico imitatore di Bersani, Crozza, sulla guerra si esprimerebbe così: “Oh, ragazzi, siam pazzi ?”.
    Probabile che lo siamo davvero.

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  2. E il bello è che andiamo in guerra senza dichiararla, anzi continuando con l'ipocrsisia dei giochi di parole. Visto che l'Italia per definizione ripudia la guerra, basta chiamarla con un altro nome, "no-fly zone" è più politically correct . Poi la menzogna successiva è la reticenza: le persone che stiamo uccidendo con i bombardamenti non hanno nome e non si contano, basta non parlarne, e contare solamente le vittime dall'altra parte della battaglia. La nostra propaganda è uguale a quella di Gheddafi, solamente di segno contrario.

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