Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

mercoledì 4 aprile 2012

Sul Registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento

Nella seduta di Lunedì 22/4, il Consiglio Comunale di Saronno ha approvato l'istituzione del Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
Ho votato in dissenso dalla maggioranza cui apartengo.
In seguito ho ricevuto alcune richieste di rendere disponibile il mio intervento in CC.
Lo faccio qui, tramite il blog.

1. Questa sera non siamo chiamati ad esprimerci sul cd Testamento Biologico. Il titolo della mozione vi fa riferimento, ma l’oggetto del deliberato è un altro. Siamo chiamati ad esprimerci sull’istituzione di un Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento da parte del Comune di Saronno.

2. Questa sera non siamo chiamati ad esprimerci su uno di quei temi che normalmente vengono definiti “eticamente sensibili” o “principi non negoziabili”. Perché se è vero che il testo della mozione richiama in premessa diritti inviolabili, citando articoli della nostra Costituzione, della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e quant’altro, ancora una volta nessuno di questi ha attinenza diretta con il dispositivo della mozione, che riguarda invece l’istituzione di un Registro delle DATda parte del nostro Comune. Anzi, l’art. della nostra Costituzione a mio avviso più affine al tema della mozione è il 117 (non citato nella mozione) il quale dispone che "la tutela della salute" è materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, ma non dei Comuni.

3. Sono favorevole a che un cittadino, se lo ritiene, possa depositare l’espressione delle sue volontà di “fine vita” da far valere qualora dovesse trovarsi impossibilitato ad esprimerle direttamente. Sono quindi favorevole all’istituzione di un Registro delle Dichiarazioni (forse meglio Disposizioni) Anticipate di Trattamento.

4. La domanda che ho posto a me stesso e mi permetto di porre al Consiglio è allora la seguente: l’approvazione di questa mozione è lo strumento adatto perché ciò possa legittimamente avvenire? La riposta che mi sono dato è negativa. Provo a elencare alcune motivazioni:
  • Oggi non esiste nel nostro Paese una normativa che disciplini l’istituzione di questo “registro”. Non esiste una normativa che disciplini come una Pubblica Amministrazione e soprattutto un Ufficiale di Governo quale è il Sindaco, debbano comportarsi in merito
  • Esiste invece un conflitto interpretativo in ordine a tale comportamento tra l’ANCI da una parte e i ministeri dell’Interno, Del Lavoro e Politiche Sociali e della Salute dall’altra. La posizione dell’ANCI è parzialmente richiamata nel testo della mozione. Quella dei tre ministeri è contenuta in una Direttiva Interministeriale (19/11/10) che recita tra l’altro così: “Il Comune, [secondo quanto previsto dall’art. 14 D.Lgs. 18 agosto 2000, n 267] gestisce, per conto dello Stato e tramite il Sindaco nella sua qualità di Ufficiale di Governo solo i servizi elettorali, di stato civile e di anagrafe. Ulteriori funzioni amministrative possono essere affidate ai Comuni dalla legge che regola anche i relativi rapporti finanziari assicurando le risorse necessarie”. (omissis) Pertanto, non si rinvengono elementi idonei a ritenere legittime le iniziative volte alla introduzione dei registri per le dichiarazioni anticipate di trattamento. In tale quadro si potrebbe anzi ipotizzare, un uso distorto di risorse umane e finanziarie con possibili responsabilità di chi se ne sia fatto promotore”. Siamo quindi di fronte a due posizioni sostanzialmente antitetiche
5. Da ultimo. Sappiamo essere all’esame del Parlamento il cd "Disegno Di Legge Calabrò", testo che personalmente trovo emendabile in più punti, ma questo esula dall’argomento in discussione questa sera. E’ invece pertinente quello che il testo di tale DDL, (come modificato dalla Camera ed ora incardinato al Senato) recita all’art. 9 (Disposizioni finali), dove, tra l’altro, si legge: “E’ istituito il Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento nell’ambito di un archivio unico informatico nazionale. Il titolare del trattamento dei dati contenuti nel predetto archivio e` il Ministero della Salute”.

Credo che qualsiasi legge verrà approvata dal Parlamento in ordine al cd Testamento Biologico (che personalmente preferirei fosse definita legge sulle Disposizioni del Fine Vita), non potrà che istituire un Registro Unico Nazinale delle DAT e il titolare dei dati che vi confluiranno non potrà che essere un organo centrale della P.A. Del resto mi appare difficile scovare una ratio in base alla quale si dovrebbe delegare la titolarità di una materia così delicata agli 8092 Comuni italiani, buona parte dei quali non avrebbe neppure la struttura per gestirla con le sufficienti garanzie per i cittadini.

Conclusione

Le disposizioni che ciascuno di noi potrebbe voler esprimere in ordine al suo fine vita sono un argomento tremendamente serio. Consentirgli di farlo è questione di civiltà.

Ma se è vero che questa sera non siamo chiamati ad esprimerci sul Testamento Biologico, né a dirimere il conflitto tra ANCI e ministeri, è altrettanto vero che siamo chiamati a dar prova di saper correttamente amministrare. Tema questo, a mio avviso, non meno eticamente sensibile di molti altri.

Se, tramite il nostro voto, dicessimo ai cittadini che approviamo questa mozione con l’obiettivo di istituire un Registro Comunale giuridicamente valido dove potranno validamente depositare le loro Dichiarazioni Anticipate di Trattamento perché così facendo difendiamo i loro diritti civili, renderemmo loro un cattivo servizio. Perché di ciò, questa sera, noi non abbiamo certezza. Di più, e qui invito alla riflessione le colleghe e i colleghi della maggioranza cui appartengo, correremmo il rischio di mutuare metodi non nostri e che abbiamo più volte condannato: quelli di parlare alla pancia dell’elettorato o di una sua parte, non di rendergli un servizio.

E questa, a mio modesto avviso, è una tentazione alla quale, chi ha cultura di governo, non dovrebbe cedere.

2 commenti:

  1. Gentile Presidente Airoldi,

    riduco al minimo il mio commento per non rendermi noioso. Sono d'accordo con Lei che, in una situazione normale, non sarebbero i comuni a doversi fare carico di una "cosa seria" quale il TB. Il problema, però, è politico e Lei lo sa bene. Il testo "contro" il TB che è fermo al Senato è un testo incostituzionale che solo una maggioranza già abituata a licenziare testi incostituzionali può avere l'indecenza di proporre. E' un testo che va contro la volontà dei cittadini che con percentuali "bulgare" si schiera in modo totalmente difforme dalla posizione del Governo e del Parlamento.

    Il Comune, quindi, più vicino ai cittadini, è chiamato ad assumere un ruolo di testimonianza e di indicazione verso il Governo centrale.

    Se Lei è veramente a favore di un TB ed è contro quello fermo in Senato (e la Sua precisazione sulla parola "Disposizioni" in luogo di "Dichiarazioni" testimonia la Sua riflessione in materia), ha la possibilità supportarne attivamente l'istituzione a Saronno.

    Essere eletti al Comune non vuol dire, a mio modestissimo parere, semplicemente amministrare, ma è anche interpretare e dare voce alle sensibilità dei cittadini.

    Credo che la determinazione dei Socialisti e delle altre forze che hanno lavorato a questo obiettivo abbiano fornito al comune di Saronno la possibilità di assumere questo ruolo.

    Cordialmente.

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    1. Gentile sig. D’Eramo,
      innanzitutto la ringrazio per l’attenzione che ha dedicato al mio intervento in C.C. e per la disponibilità ad interloquire su un tema certamente importante.
      La mozione approvata nel corso delle seduta di Consiglio comunale del 22/4 scorso ha impegnato l’amministrazione comunale ad istituire un Registro delle DAT presso il comune di Saronno.
      Ora l’amministrazione dovrà attivarsi per farlo e, temo, non le sarà così semplice stante la situazione normativa che ho ricordato nel mio intervento. Nel farlo, il Sindaco, potrà anche incorrere in qualche non trascurabile rischio perché, in quanto Ufficiale di Governo, si troverà ad operare, se non contra-legem, sicuramente extra-legem. Di più: se tale registro verrà attivato, i cittadini che decideranno di deporvi le proprie “disposizioni” rischiano, a loro volta, di utilizzare uno strumento privo di qualsiasi valore giuridico. Con tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare qualora l’utilizzo di qualcuna di esse dovesse dar luogo a ricorsi giudiziari da parte di chi dovesse ritenere di averne subito ingiusto pregiudizio. Da ultimo: avrà, la eventuale attivazione di questo registro, contribuito a modificare il testo del DL Calabrò nel senso che lei, e in parte anch’io, desideriamo? Condividerà con me che la risposta è, oggettivamente, negativa.
      Altro sarebbe stato se la mozione, abbandonato l’obiettivo di istituire quelle che mi permetto di ritenere un “imporbabile” registro, avesse impegnato l’Amministrazione comunale ad esercitare pressioni nelle sedi più opportune (es. ANCI, Consiglieri Regionali, Parlamentari del territorio, Conferenza Stato Regioni, …) perché il Parlamento si decidesse finalmente ad approvare una legge sulle Disposizioni di Fine Vita che fosse rispettosa della libertà e della sensibilità di ciascuno. Ma questo, per fortuna, è un obiettivo che le forze politiche possono perseguire con o senza mozione.
      Concordo con lei quando dice che essere eletti in consiglio Comunale significa assumersi sia un ruolo amministrativo che politico. Osservo però che ciascuno di questi deve essere esercitato con gli strumenti più opportuni.

      Con i più cordiali saluti.

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