Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

lunedì 5 settembre 2011

Martinazzoli, lo statista senza eredi

C'è qualcosa che accomuna Giovan Battista Montini e Mino Martinazzoli? Qualcosa che non sia la "brescianità", intendo.

Si, c'è. Anzi, le affinità sono parecchie. Ne cito due.

Nell'immaginario collettivo, in parte astutamente costruito dai media, sono stati entrambi descritti come personaggi tristi; il loro ragionare, problematico. In realtà, ad entrambi, uomini di non comune cultura e visione, è toccato di gestire momenti di grande turbolenza e trasformazione. E lo hanno saputo fare, nella differenza dei ruoli, con grande onestà intellettuale, competenza e spirito di servizio. Tre virtù che il Berlusconi styile ha declassato a inutili ingombri. Per Mino, forse più che per qualsiasi altro politico sulla piazza, vale la famosa affermazione di De Gasperi: "Il politicante guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni".

Sul piano intellettuale, Montini si riteneva discepolo di Jacque Maritain. Ma si pùò individuare un "erede" di Montini? No, non si può.
Sul piano politico, Martinazzoli era il pupillo di Beniglo Zaccagnini. Ma si può individuare un erede politico di Mino Marrinazzoli? Purtroppo no.
Molti (personaggi in cerca d'autore) si affannano ora ad indicarlo come ispiratore e maestro. Tutor, perfino. Personalmente ritengo che Mino Martinazzoli non lasci eredi in grado di attualizarne il pensiero in una società che lui stesso, forse per eccessivo understatement, riteneva di non saper più interpretare. E questo, forse, fu il suo più grande errore.

Ogni grande uomo è figlio del suo tempo, e questo vale anche per lui.
Ma mi appare impossibile non pensare che con un Buttiglione di meno ed un Martinazzoli di più la storia di questo Paese sarebbe stata molto diversa.

Sicuramente migliore.
Grazie Mino.

2 commenti:

  1. Un uomo di elevato spessore umano e intellettuale. Intelligenza acuta e dirittura morale. Doti che lo hanno reso un autentico statista e un esempio per i cattolici democratici. E, nella memoria di Martinazzoli, che, fedele ai principi del popolarismo, mai volle aderire al PD, i cattolici democratici che militano nel PD (senza che se ne abbia contezza invero), dovrebbero iniziare una profonda riflessione: forse, ancora una volta, aveva ragione lui.

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  2. @anonimo - Ringrazio per l'invito alla riflessione che, è bene, sempre preceda l'azione.
    Per questo non disdegnerei di condividerla con quei cattolici democratici che non militano (più).

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