Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

lunedì 22 agosto 2011

Gheddafi e i modesti reggitori europei

Il destino di Gheddafi e' giunto al suo epilogo.

L'augurio più' immediato che mi sento di rivolgere ai cittadini libici e' che l'attuale agonia sia breve e, soprattutto, quanto più' incruenta possibile.
Quello di Gheddafi e' stato un quarantennio sanguinario sia nei confronti del suo popolo che dei cittadini di mezzo mondo: il colonnello e' stato per decenni uno dei più' munifici finanziatori del terrorismo internazionale. Che la sua resa (o la fuga) arrivi in poche ore e' sicuramente un auspicio, non una certezza.

Più' complesso e' rivolgere un augurio di medio termine tanto ai libici quanto al Medio Oriente e all'Europa. I 'ribelli' che hanno sconfitto il regime sono tutt'altro che uniti tra di loro: non e' escluso che il solo controllo di Tripoli sfoci in una suddivisione geografica della citta tra i diversi gruppi che potrebbero attivare dei check-point per passare da una zona di influenza all'altra. Non sarebbe un bel biglietto da visita per la "nuova Libia".

Ma cio' che si annuncia più' preoccupante in queste ore concitate e' un comunicato comparso sul sito ufficiale del Consiglio Nazionale Transitorio. Il comunicato prospetta, tra l'altro, una nuova Costituzione i cui principi ispiratori troverebbero fondamento nella Sharia.
Certo, potrebbe trattarsi di una dichiarazione tattica con l'obiettivo di tenere uniti i diversi gruppi di insorti. Ma se cosi' non fosse, ci troveremmo di fronte ad un drammatico caso di eterogenesi dei fini le cui conseguenze sono allo stato imprevedibili: la (follia) della guerra occidentale scatenata Bush dopo la tragedia dell'11 Settembre con l'obiettivo di eradicare l'integralismo islamico rischia di concludersi (o quasi) con la Nato che ha instaurato la Sharia a Tripoli!

Purtroppo lo sgretolamento del regime di Gheddafi ha gia' scatenato la corsa tra i Paesi occidentali per ingraziarsi i nuovi (presunti) potenti, assicurarsi petrolio e gas libico e dividersi la ricca torta della ricostruzione. Purtroppo i 'modesti' (so che in un periodo di insulti facili e gridati usare eufemismi puo' non pagare, ma ognuno da cio' che ha) reggitori di Italia, Francia, Germania e Inghilterra, che guidano questa vergognosa competizione, sembrano, ancora una volta, tanto ignari delle loro responsabilità politiche quanto assorbiti dalle contingenze nazionali che li costringono ad assicurarsi fonti energetiche a buon prezzo piuttosto che ricche commesse con le quali rientrare dalle spese della guerra.
Non per nulla De Gasperi era solito dire che lo statista pensa alle prossime generazioni mentre il politicante pensa alle prossime elezioni.

Della Libia sappiamo cosa sta terminando, non cio' che l'aspetta.
E ci aspetta.

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