Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

mercoledì 13 marzo 2013

Il Card. Bergoglio è Francesco I

Da cattolico so che avrei ringraziato lo Spirito santo qualunque nuovo Papa avesse donato alla Chiesa universale.

Ma questa sera, a mio modesto avviso, è accaduto un fatto rivoluzionario per la Chiesa e per il mondo tutto: lo Spirito santo, se così mi posso esprimere, ha superato se stesso.

Il Card. Bergoglio è uomo fuori dall'ordinario. E' un vescovo che utilizzava l'autobus e la metropolitana per recarsi in visita pastorale nelle parrocchie. Un vescovo che andava in mezzo alla gente, nelle osterie, nelle fabbriche a dialogare con tutti. Un uomo semplice, ma profondo e di grande preghiera. Un vescovo che non viveva in un vero e proprio episcopio, ma in un modesto appartamento di poco più di due stanze.

Bergoglio, padre Gesuita, è stato anche grande amico di Carlo Maria Martini e, come lui, è conosciuto per la sua attenzione ai problemi sociali, ai diritti dei poveri e dei deboli, per l'attenzione al dialogo tra la Chiesa e il mondo di oggi.

Non ultimo il nome che ha scelto per se stesso. Può sembrare poetico, ma associato alla figura del card. Bergoglio fa tremare i polsi e, personalmente, mi riempie di gioia per quello che, credo, significhi. E che, sono certo, farà per credenti e non credenti.

Pensando per un attimo al mio ruolo di Presidente del Consiglio comunale di Saronno, sono certo di interpretare il sentimento di tutti i miei colleghi consiglieri, senza con questo venire meno al dovere di laicità che mi compete, augurando a sua Santità Francesco I un lungo e fruttuoso cammino a servizio della pace, della comprensione e della solidarietà tra tutti gli uomini.

domenica 10 marzo 2013

PD: CIO’ CHE CONTA ADESSO E' CAMBIARE DAVVERO

Il Partito Democratico non ha perso le recenti elezioni politiche nazionali. Ma, diciamolo con franchezza, non le ha neppure vinte. Mentre era convito di poterci riuscire.

In Lombardia, invece, abbiamo perso un'occasione storica. Tra Ambrosoli e Maroni, i lombardi, hanno scelto quest'ultimo. E la certezza che tra non molto se ne pentiranno amaramente, non lenisce il disappunto della sconfitta.

Poteva il PD vincere in Italia e in Lombardia?
Sarebbe stato sufficiente che a vincere le primarie fosse stato Matteo Renzi?
Basterebbe ora rifare le primarie, che probabilmente vincerebbe Renzi, per aggiudicarsi le prossime elezioni mantenendo una chiara matrice solidarista e riformista?
Oppure il problema messo in luce dalle recenti consultazioni elettorali è ben più complesso?

Il PD saronnese ha ottenuto il miglior risultato elettorale della provincia di Varese alle elezioni regionali. Pur in assenza di un candidato locale che non è stato un grado di ottenere. Come possiamo far si che le potenzialità di Saronno e del saronnese possano essere meglio utilizzate dall'intero PD provinciale e regionale?  

Su questi e altri temi vogliamo sentire il parere chi ha votato PD, di chi avrebbe voluto ma non se l'è sentita, di chi ha partecipato alle primarie, di chi si riconosce nell'ampio campo del centrosinistra e vorrebbe un PD diverso.  

Aspettiamo tutti a Saronno, giovedì 14 marzo, ore 21.00 presso la Villa Gianetti, via Roma 20

venerdì 1 marzo 2013

Le elezioni e il fattore 25%


da Internet

Poco meno del 25% degli italiani non ha votato. Il 25% lo ha fatto al grido “arrendetevi, siete circondati”. Un ulteriore 25% ha creduto (per l’ennesima volta) in un anziano “signore” che pochi mesi prima aveva condotto il Paese ad un passo dal baratro, nel più totale isolamento internazionale; che ha promesso l’eliminazione dell’IMU e la restituzione di quella già versata; che ha millantato misure volte all’elusione e all’evasione fiscale; che ha promesso un condono fiscale tombale accompagnato da quello edilizio.

In questo quadro è realistico ritenere che la mancata vittoria (e la scampata sconfitta) del PD sia attribuibile solamente agli errori commessi in campagna elettorale? O alla candidatura di Bersani piuttosto che quella di Renzi.

Purtroppo non lo è. Chè se lo fosse, la soluzione sarebbe già bella e pronta.

Se in centrosinistra vorrà prima o poi (forse più poi che prima) tornare ad essere forza di governo, sarà invece necessaria una riflessione “essenziale”. Una riflessione che ripensi da capo il significato di dx e sx (Grilo è di dx o di sx?) per capire come fare oggi una proposta di centrosinistra in grado di essere compresa da un numero di italiani sufficienti a governare. In una situazione economica che non cresce e probabilmente non crescerà, perchè figlia di un modello forse giunto al suo epilogo. In una situazione sociale dove al concetto di “bene comune” sempre più difficilmente è attribuibile un “significato comune”. In una situazione internazonale dove la finanza sempre più condiziona l’economia e la politica. Senza che nessuna autorità sembri avere il potere di impedirglielo.