Nella seduta di Lunedì 22/4, il Consiglio Comunale di Saronno ha approvato l'istituzione del Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
Ho votato in dissenso dalla maggioranza cui apartengo.
In seguito ho ricevuto alcune richieste di rendere disponibile il mio intervento in CC.
Lo faccio qui, tramite il blog.
1. Questa sera non siamo chiamati ad esprimerci sul cd Testamento Biologico. Il titolo della mozione vi fa riferimento, ma l’oggetto del deliberato è un altro. Siamo chiamati ad esprimerci sull’istituzione di un Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento da parte del Comune di Saronno.
2. Questa sera non siamo chiamati ad esprimerci su uno di quei temi che normalmente vengono definiti “eticamente sensibili” o “principi non negoziabili”. Perché se è vero che il testo della mozione richiama in premessa diritti inviolabili, citando articoli della nostra Costituzione, della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e quant’altro, ancora una volta nessuno di questi ha attinenza diretta con il dispositivo della mozione, che riguarda invece l’istituzione di un Registro delle DATda parte del nostro Comune. Anzi, l’art. della nostra Costituzione a mio avviso più affine al tema della mozione è il 117 (non citato nella mozione) il quale dispone che "la tutela della salute" è materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, ma non dei Comuni.
3. Sono favorevole a che un cittadino, se lo ritiene, possa depositare l’espressione delle sue volontà di “fine vita” da far valere qualora dovesse trovarsi impossibilitato ad esprimerle direttamente. Sono quindi favorevole all’istituzione di un Registro delle Dichiarazioni (forse meglio Disposizioni) Anticipate di Trattamento.
4. La domanda che ho posto a me stesso e mi permetto di porre al Consiglio è allora la seguente: l’approvazione di questa mozione è lo strumento adatto perché ciò possa legittimamente avvenire? La riposta che mi sono dato è negativa. Provo a elencare alcune motivazioni:
Oggi non esiste nel nostro Paese una normativa che disciplini l’istituzione di questo “registro”. Non esiste una normativa che disciplini come una Pubblica Amministrazione e soprattutto un Ufficiale di Governo quale è il Sindaco, debbano comportarsi in merito
Esiste invece un conflitto interpretativo in ordine a tale comportamento tra l’ANCI da una parte e i ministeri dell’Interno, Del Lavoro e Politiche Sociali e della Salute dall’altra. La posizione dell’ANCI è parzialmente richiamata nel testo della mozione. Quella dei tre ministeri è contenuta in una Direttiva Interministeriale (19/11/10) che recita tra l’altro così: “Il Comune, [secondo quanto previsto dall’art. 14 D.Lgs. 18 agosto 2000, n 267] gestisce, per conto dello Stato e tramite il Sindaco nella sua qualità di Ufficiale di Governo solo i servizi elettorali, di stato civile e di anagrafe. Ulteriori funzioni amministrative possono essere affidate ai Comuni dalla legge che regola anche i relativi rapporti finanziari assicurando le risorse necessarie”. (omissis) Pertanto, non si rinvengono elementi idonei a ritenere legittime le iniziative volte alla introduzione dei registri per le dichiarazioni anticipate di trattamento. In tale quadro si potrebbe anzi ipotizzare, un uso distorto di risorse umane e finanziarie con possibili responsabilità di chi se ne sia fatto promotore”. Siamo quindi di fronte a due posizioni sostanzialmente antitetiche
5. Da ultimo.
Sappiamo essere all’esame del Parlamento il cd "Disegno Di Legge Calabrò", testo che personalmente trovo emendabile in più punti, ma questo esula dall’argomento in discussione questa sera. E’ invece pertinente quello
che il testo di tale DDL, (come modificato dalla Camera ed ora incardinato al Senato)
recita all’art. 9 (Disposizioni finali), dove, tra l’altro, si legge: “
E’ istituito il Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento nell’ambito di un archivio unico informatico nazionale. Il titolare del trattamento dei dati contenuti nel predetto archivio e` il Ministero della Salute”.
Credo che qualsiasi legge verrà approvata dal Parlamento in ordine al cd Testamento Biologico (che personalmente preferirei fosse definita legge sulle Disposizioni del Fine Vita), non potrà che istituire un Registro Unico Nazinale delle DAT e il titolare dei dati che vi confluiranno non potrà che essere un organo centrale della P.A. Del resto mi appare difficile scovare una ratio in base alla quale si dovrebbe delegare la titolarità di una materia così delicata agli 8092 Comuni italiani, buona parte dei quali non avrebbe neppure la struttura per gestirla con le sufficienti garanzie per i cittadini.
Conclusione
Le disposizioni che ciascuno di noi potrebbe voler esprimere in ordine al suo fine vita sono un argomento tremendamente serio. Consentirgli di farlo è questione di civiltà.
Ma se è vero che questa sera non siamo chiamati ad esprimerci sul Testamento Biologico, né a dirimere il conflitto tra ANCI e ministeri, è altrettanto vero che siamo chiamati a dar prova di saper correttamente amministrare. Tema questo, a mio avviso, non meno eticamente sensibile di molti altri.
Se, tramite il nostro voto, dicessimo ai cittadini che approviamo questa mozione con l’obiettivo di istituire un Registro Comunale giuridicamente valido dove potranno validamente depositare le loro Dichiarazioni Anticipate di Trattamento perché così facendo difendiamo i loro diritti civili, renderemmo loro un cattivo servizio. Perché di ciò, questa sera, noi non abbiamo certezza. Di più, e qui invito alla riflessione le colleghe e i colleghi della maggioranza cui appartengo, correremmo il rischio di mutuare metodi non nostri e che abbiamo più volte condannato: quelli di parlare alla pancia dell’elettorato o di una sua parte, non di rendergli un servizio.
E questa, a mio modesto avviso, è una tentazione alla quale, chi ha cultura di governo, non dovrebbe cedere.