Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

martedì 19 luglio 2011

Il PD lombardo, i costi della politica e l'occasione mancata

I politici italiani sono riusciti ancora una volta a evitare una riduzione di stipendio, pur nel momento in cui approvavano una manovra con pesanti effetti sui cittadini. E', per ora, l'ultimo esempio della scarsa qualità della nostra classe politica. In un paese a democrazia matura, noi elettori dovremmo punire questi (ed altri) comportamenti devianti, avviando una virtuosa selezione di candidati e quindi di eletti.

Durante la campagna elettorale per le ultime elezioni Regionali, avevo proposto una riduzione pari al 50% del ricco appannaggio (oltre 12.000 Euro netti al mese) che Regione Lombardia riserva ai suoi 80 consiglieri, così formulata:

  1. ridurre l’indennità di funzione, lo “stipendio” mensile netto del consigliere regionale, da 3.466,38 Euro a 3.000,00 Euro e proporzionalmente ridurre l’indennità di funzione per tutte le diverse cariche che il consigliere regionale può ricoprire;
  2. eliminare la diaria, a titolo di rimborso spese per la presenza, pari a 2.602,08 Euro mensili;
  3. mantenere fermo il rimborso per le spese di trasporto dal luogo di residenza a Milano, da un minimo di 238,14 Euro a un massimo di 1905,12;
  4. dimezzare il rimborso spese per missioni nel territorio regionale, che attualmente ammonta a 3.525,12 Euro mensili;
  5. dimezzare il rimborso spese per missioni in Italia o presso l’Unione europea, attualmente misurato su 11 viaggi aerei Roma-Milano e ritorno e calcolato sulle tariffe applicate dalla compagnia di bandiera;
  6. dimezzare l’importo dell’indennità di fine mandato che il consigliere regionale riceve e abolire l’assegno vitalizio attualmente esistente;
Proponevo di utilizzare il risparmio conseguente, ipotizzabile in 7 – 8 milioni di Euro/anno, per finanziare un Fondo a disposizione del Consiglio regionale per  bisogni urgenti o aiuti in campo sociale.
Ricordo di aver ricevuto solamente le adesioni di altri due candidati al Consiglio Regionale: quella di Fabio Pizzul e Marco Granelli.

Apprendo ora che il PD avrebbe presentato in Regione un progetto di legge per superare quelli che vengono definiti gli unici due privilegi significativi che ha un consigliere regionale: il vitalizio e l'indennità di fine mandato. Ammettendo così che una retribuzione superiore ai 12.000 Euro netti al mese non può essere classificata tra (gli odiosi) privilegi.

Se così fosse dovremmo ammettere, con profonda delusione, che anche il nostro partito ha eletto in Lombardia consiglieri regionali non adatti al loro ruolo. Perchè incapaci di relazionarsi con la drammatica realtà sociale che li circonda. Perchè culturalmente incapaci di leggere quei segni dei tempi che non solo consiglierebbero, ma eticamente obbligherebbero, a scelte anche simbolicamente ben diverse. Se poi il provvedimento ora al vaglio della commissione Bilancio di Regione Lombardia trovasse un consenso bipartisan, saremmo di fronte ad una aggravante "castale", non sicuramente ad un aspetto positivo.

Inutile lagnarsi del crescente populismo che disprezza la politica quando non sappiamo compiere scelte dovute, prima che coraggiose.

Rimane la speranza che non sia ancora troppo tardi per trovarci di fronte ad una occasione mancata.

lunedì 4 luglio 2011

L'impunito

Proprio non resiste.

Nonostante i recenti "schiaffoni". Nonostante i mal di pancia sempre più' frequenti nella sua maggioranza.
Nonostante millantasse da venerdì' di aver inviato al Quirinale il testo della manovra economica che invece e' riuscito a spedire solo nel tardo pomeriggio di oggi.
Nonostante la crisi di consenso, di immagine e di leadership ormai palese, anche questa volta non ha resistito.

Il testo contiene tasse, tagli di contributi, blocco di rivalutazione delle pensioni, bolli da 120€ per i risparmiatori italiani.

Ma per lui, praticamente solo per lui, spunta il consueto comma ad hoc. La modifica degli articoli 283 e 373 del Codice di Procedura Civile che gli permetteranno di non pagare se non "a babbo morto" i 750 milioni di Euro che la Corte di Appello di Milano potrebbe imporlgli il prossimo venerdì' per il cosiddetto Lodo Mondadori.

Non sono passati tre giorni da quando il primo segretario nazionale (Angelino Alfano) del partito di Berlusconi ha dichiarato di voler costruire "il partito degli onesti".
Dopo questa ennesima vergogna, gli restano due possibilità: radiare Berlusconi dal partito o dimettersi.

domenica 3 luglio 2011

Scola: un CL-lino sulla cattedra di Ambrogio?

Commentando  il post di ieri, Dario C., ha chiesto perchè, un "martiniano" come me non sia (ancora) intervenuto sulla nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano. Ipotizzando, forse, un mio giudizio negativo.

A Dario C. dico che in questo blog mi occupo prevalentemente di politica. E le categorie della politica non sono adatte a commentare la nomina di un arcivescovo da parte del Papa. Insegnava Lazzati che fede e politica non sono "separate" l'una dall'altra, ma stanno su piani diversi. Un cattolico non commenta la nomina di Scola allo stesso modo con cui ha commentato quella di Alfano, la accetta.

Dario C. mi ha definito "martiniano" ed ha ragione: la mia stima e la mia gratitudine per Martini sono veramente grandi. Non per questo disconosco o sottovaluto le qualità spirituali, intellettuali e umane di Angelo Scola. “Se qualcuno pensa che arrivi nel capoluogo lombardo un prelato integralista si sbaglia di grosso”, ha dichiarato Massimo Cacciari.

Il giovane Scola ha subito il fascino di don Giussani al punto da indurre un pastore prudente come il card. Colombo ad allontanarlo dai seminari milanesi. Ma questa sua "infatuazione" si è poi ridimensionata con il passare degli anni. Al punto che oggi è Comunione e Liberazione a definire Scola un CLlino. Non viceversa.

La diocesi di Milano ha una lunga tradizione di apertura ai temi sociali, delle nuove povertà, ai non credenti come ai diversamente credenti, all'integrazione. Non ci sono ragioni per cui Angelo Scola debba sconfessare l'attenzione dei suoi due predecessori su questi temi. Semplicemente perchè sono temi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa. Non è invece improbabile che i primi grattacapi per il nuovo arcivescovo arrivino da chi potrebbe attendersi un "occhio di riguardo". Mi riferisco alla crisi finanziaria che attanaglia la Compagnia delle Opere, piuttosto che il S. Raffaele, il cui buco di bilancio è stimato in un miliardo di Euro.

Personalmente credo che altri siano gli appuntamenti che permetteranno di apprezzare gli orientamenti pastorali di Scola. Innanzitutto i 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II che ricorreranno nell'Ottobre del 2012. Sarà un momento topico per capire la sintonia del cardinale con le istanze di innovazione, in gran parte ancora potenziali, espresse dal Concilio. Poi, nel 2013, quando ricorreranno i 1700 anni dalla promulgazione dell'Editto di Costantino. Sarà un altro momento privilegiato che ci permetterà di conoscere il grado di apertura dell'impostazione pastorale di Angelo Scola.

In conclusione non mi sorprenderebbe se la più grande Diocesi del mondo avesse un nuovo arcivescovo in grado di riservare positive sorprese.
Benvenuto, quindi, al nuovo pastore della Chiesa milanese.

Il fattore Alfa

Angelino Alfano è il primo segretario nazionale del PdL. Un'operazione accompagnata da molte ombre. Ma che sarebbe un grave errore sottovalutare. Banalizzare.
Certo, fino ad ora, Alfano è stato un servo docile e obbediente ai voleri del padrone. Per lui ha firmato leggi vergogna. E forse grazie anche a questo è segretario nazionale del PdL.

Ma l'aspetto più significativo della sua pseudo-elezione, non sta nella scelta della sua persona. Più importante del nome Alfano è l'eliminazione dei tre (impresentabili) coordinatori nazionali. E di gran lunga ancora più importante è la decisione di Berlusconi di mettere a capo di un partito, sino ad ora "protesi di se stesso", un altro da sè. E così facendo, ha reso palese una presa di coscienza impensabile fino a poche settimane fa: la consapevolezza che la sua parabola politica è finita.

Non abbiamo certezze sulla durata di questa legislatura. Ma da ieri siamo certi che il prossimo candidato del PdL alla presidenza del Consiglio non sarà più Silvio Berlusconi. Siamo di fronte ad una svolta epocale, le cui conseguenze, oggi non prevedibili, vanno ben oltre le traballanti sorti del PdL. Alfano è tutto tranne che una "faccia nuova" della politica italiana. Ma il suo nuovo ruolo dentro il PdL rappresenta una innovazione da non sottovalutare.
Non la potrà sottovalutare la Lega. Dove un Bossi imbolsito e ormai "scaricato" dalla base, si vedrà costretto a dare spazio, molto più rapidamente di quanto avrebbe voluto, all'emergente Maroni. E dal confronto tra Alfano e Maroni, con Tremonti terzo incomodo, scaturirà, probabilmente, il candidato del centrodestra alle prossime elezioni.

Non la dovrà sottovalutare il PD. Soprattutto se Alfano riuscirà a ri-motivare l'ampia fascia di elettori del centrodestra che le grottesche vicende di Berlusconi avevano traghettato nell'area del non voto.

Certo, la decisione di dotare il PdL di un segretario nazionale è arrivata in zona Cesarini. Ma grandi squadre hanno ribaltato le sorti di una partita togliendo dalla panchina l'uomo giusto negli ultimi minuti.

Nessuno, oggi, può dire se non sarà così anche per il "fattore Alfa".