Si può essere sovversivi chiedendo che le leggi vengano rispettate da chi ci governa (Ennio Flaiano)

domenica 28 febbraio 2010

Perchè vi candidate?

“Perché vi candidate?” Questa la domanda che sabato 27 febbraio il quotidiano Avvenire ha rivolto ai candidati alle elezioni del 28-29 marzo prossimi (http://edicola.avvenire.it/ee/avvenire/default.php?pSetup=avvenire).

Rispondo volentieri. Rispondo da candidato al Consiglio regionale della Lombardia in provincia di Varese per il PD. Rispondo attingendo ai valori nei quali credo. Alla storia dalla quale provengo: quella dell’associazionismo e del cattolicesimo democratico.

Nella mia città, Saronno in provincia di Varese, sono stato eletto più volte in Consiglio comunale. Un impegno di assoluto volontariato, come è facile immaginare. Mi hanno dato fiducia tanti saronnesi, tanti amici che mi conoscono. Nessuno mi ha mai offerto il suo sostegno in cambio di qualcosa che non fosse la condivisione di un modello di città, di comunità, di società. A nessuno ho mai chiesto un contributo per le mie campagne elettorali che non fosse basato sulla condivisione e la diffusione di ideali e progetti concreti. In altre parole ho sempre accettato la sfida di candidarmi per contribuire ad una società possibilmente migliore. Per tutti.

Oggi, candidato al Consiglio regionale della Lombardia ho deciso di fare lo stesso. Sul mio materiale elettorale scrivo: “Voglio condurre una campagna elettorale sobria e in sintonia i valori nei quali credo. Più basata sulla collaborazione degli amici e dei molti che hanno fiducia in me che su costose spese pubblicitarie”.

Oggi, tra le mie proposte agli elettori, c’è quella che ho battezzato “Per una politica più sobria”. Cioè ridurre del 50% la retribuzione dei consiglieri regionali della Lombardia. Attualmente superiore ai 12.500 €/mese netti. Per un costo, a carico della comunità, di quasi 18 milioni di € l’anno. Con i soldi risparmiati (almeno 8 milioni di €/anno) propongo di istituire un fondo a disposizione del Consiglio regionale (non della Giunta) con il quale finanziare interventi a favore di chi perde il lavoro; delle famiglie in difficoltà; dei giovani che faticano a trovare occupazione stabile. Ma anche di artigiani, piccoli imprenditori e giovani professionisti travolti dalla crisi. Si potrebbe iniziare destinando una parte di questi soldi al fondo Famiglia e Lavoro, ma non solo.
E’ un segno, non la soluzione di tutti i problemi. Ma i segni hanno una grande forza. E',credo, la sfida di essere lievito. E la politica ne ha bisogno.

Rispetto profondamente chi dalla sua professione ricava legalmente e legittimamente decine o centinaia di migliaia di € al mese. Ma la politica non è una qualunque professione, è un servizio alla comunità. Se lascia intendere che la si sceglie per soldi, perde di credibilità. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Peraltro a me risulterebbe difficile convincere un cassintegrato, un anziano con mille € di pensione, un giovane precario o un artigiano che chiude bottega che per occuparmi dei suoi problemi voglio 12.500 € netti prelevati dalle sue tasse. Noto, invece, che non per tutti è così, visto che questa proposta riscuote molta indifferenza tra i colleghi candidati dei diversi schieramenti. E che i media non le dedichino che poche righe. Sarà così anche per Avvenire?

giovedì 25 febbraio 2010

La famiglia e il Governo del fare ... niente

«Caro Carlo, sono d’accordo con te sulla necessità di dare quanto prima alle famiglie numerose e monoreddito un segnale positivo, poiché il Governo riconosce nei nuclei familiari con figli non solo una fonte di solidarietà e di affetti, ma anche una risorsa preziosa per il futuro della società». Cosi rispondeva Silvio Berlusconi al sottosegretario Giovanardi che gli sollecitava un impegno concreto del Governo a favore della famiglia. Era il settembre 2009.

«Come Forum avevamo chiesto che per il 2010 lo stanziamento previsto nel 2009 per il "bonus famiglia" (2,4 miliardi di euro) venisse destinato per avviare una riforma fiscale per riconoscere i diritti delle famiglie con figli, ma la risposta è stata cancellare totalmente questa cifra. L’esito, in Finanziaria, è "zero per misure esplicite per la famiglia"» Così scrive Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. Siamo al Febbraio 2010.

In quale situazione vivano realmente le famiglie italiane lo certifica la Banca d’Italia: il venti per cento dei nuclei familiari deve cavarsela con un reddito mensile inferiore a 1.281 euro. Ora, in tempo per le elezioni regionali, c’è chi scopre la famiglia dopo 15 anni di governatorato e propone un “bonus” dalle caratteristiche un po’ bizzarre.

Non sorprende che dopo tante brillanti prove del “Governo del fare … niente” il Forum delle associazioni familiari voglia proporre ai candidati alle elezioni regionali la sottoscrizione di un manifesto con una serie di impegni. Che sintetizzo così: 1.Promozione della famiglia fondata sul matrimonio; 2.promozione di politiche non assistenziali ma capaci di riconoscere il protagonismo sociale delle famiglie; 3.finanziamento di interventi a tutela della maternità, oppure per facilitare la conciliazione tra famiglia e lavoro, o per sostenere le famiglie con persone fragili e non autosufficienti al proprio interno.

Conclusione: prese a pesci in faccia dal governo del fare niente, le famiglie italiane si appellano alle Regioni.

Da parte mia leggerò con attenzione le richieste del Forum e renderò pubblica la mia decisione in merito alla sottoscrizione del manifesto.

mercoledì 24 febbraio 2010

Migranti: pericolo o risorsa?

Riporto da rmfonline (www.rmfonline.it) l'editoriale di Massimo Crespi.
Tratta un argomento attuale. Ma lo tratta in modo inusuale per molti oggi. Sicuramente lo tratta in un modo che potrebbe apparire controproducente per chi, come me, è in campagna elettorale e chiede voti per le elezioni regionali. Ma sono argomenti sui quali non possiamo non confrontarci. A partire da questo blog. Ne va del domani nostro e dei nostri figli.


Non abbiamo ancora sentito nessuno sostenere che uno straniero rappresenti una ricchezza; una ricchezza per chi lo accoglie, siano singoli oppure comunità di persone. Nessun servitore della collettività, uomo politico, dell'istituzione, si esprime così: "L'immigrazione? Bene!", "Gli extracomunitari? Vengano, presto!"; al massimo, ma proprio al massimo, si dichiara che si tratta di risorse da impiegare. Se non delle mere opportunità, delle realtà da controllare e sfruttare; più spesso che si tratta soltanto di questioni problematiche, di affari da evitare, pericolosi persino per se stessi. Per tanti, delinquenza e basta.
Ma perché? Perché non si può considerare l'extracomunitario maghrebino come un dono, colui che ci offre un'occasione unica di confronto, una possibilità di crescita eccezionale. Semplicemente, un uomo mai visto che possiede qualcosa che ci manca e che non avremo mai se non lo accogliamo ascoltandolo, se non lo osserviamo cercando di comprenderne lo spirito, la forza che lo anima; se non lo imitiamo, desiderando essergli simile allorché dimostra di saperci fare. Se non lo esaudiamo, come dovremmo fare per l'appartenenza alla medesima famiglia.
Probabilmente, vorremmo essere come lui, pensiamoci bene: non gradiremmo un poco della sua tempra, del suo coraggio; non apprezzeremmo un poco della sua semplicità, della modestia? Non cederemmo all'istante per avere garantito quello stesso calore che lo circonda e quel sorriso disarmato? Ma quando ad un conoscente, che alla vista del colore di un viso leggermente differente o presunto tale ci allertava sulla presenza del "mao mao" o del "talebano" se non del "negher" (alla padana), domandavamo "Cosa ti disturba?", comprendevamo che con quegli epiteti rivelava qualcosa che gli rodeva dentro; quando si scopriva in quegli occhi scuri, si vedeva in quei panni demodé, desiderando invece morbosamente distinguersi, stare su, più in alto, più padrone, meno schiavo...
Ci siamo accorti di esserci distratti un po' troppo coi pensieri, qui in fondo alla chiesa, mentre siamo già allo scambio del segno della pace; così, composti e senza mai voltarci troppo indietro, allunghiamo timidamente la nostra mano secca ed infreddolita nel vuoto intorno a noi, cercandone un'altra e sperando non ci sia. Ne troviamo una sudaticcia accanto. Toh!, è di quel napoletano che fa il professore. Pace! Pace! Guardiamo il prete nigeriano abbracciare con trasporto tutti quanti i chierichetti ed ascoltiamo la vecchia dietro di noi commentare: "l'è n'negher, ma l'è brau, chel don lì!" (è un negro, ma è bravo quel sacerdote!).
Finisce la messa; oggi si è meditato su Sant'Agostino, un grandissimo della cattolicità, africano ed immigrato.

di: Massimo Crespi

martedì 23 febbraio 2010

Prima proposta: per una politica più sobria. A partire da me

La prima proposta della mia campagna elettorale riguarda i Consiglieri regionali. Quelli come me, se mi darete il vostro sostegno e sarò eletto.

La Lombardia è una delle regioni economicamente più avanzate del mondo. Eppure migliaia di famiglie vivono il dramma della Cassa Integrazione. Altrettanti giovani faticano ad accedere al mercato del lavoro o lo fanno con contratti di precariato che si perpetuano negli anni. Decine di migliaia di anziani vivono con meno di 1.000 euro al mese. Centinaia di piccole aziende chiudono. Molti professionisti, soprattutto giovani, attraversano forti difficoltà.

Di fronte a questo scenario considero uno schiaffo a molti cittadini che ai Consiglieri regionali della Lombardia vada uno stipendio netto di 12.500 euro al mese. Con un costo per la comunità superiore ai 17 milioni di euro l’anno.

Avanzo quindi una proposta precisa: ridurre del 50% tale retribuzione. Recuperare risorse fino a 8 milioni di euro. Con questi soldi costituire un fondo del Consiglio regionale da utilizzare per gli interventi sociali più urgenti. Per il 2010 propongo metà dei soldi risparmiati siano destinati al “Fondo Famiglia e Lavoro” istituito dal card. Tettamanzi per chi ha perso lavoro e stipendio. La parte restante ad altre realtà vicine ai bisogni della gente di Lombardia che il Consiglio individuerà.

E' una proposta che vuole tenersi lontana dal populismo e dall'antipolitica. Anzi, che vuole ricostruire la fiducia delle persone nei politici, prima che nella politica. Per uno stile improntato a sobrietà. Perchè fare politica torni ad esere un servizio alle persone e alla società. Non un modo per garantirsi un lauto stipendio.

Mi auguro che molti candidati al consiglio regionale la condividano e dichiarino di volerla sostenere. Ad iniziare dagli amici candidati come me nelle liste del PD.
Mi auguro anche che ciascun elettore chieda al candidato che vuole votare come si schiera su questa mia proposta.

(sul mio sito www.augustoairoldi.it è possibile trovare i dettagli della proposta)

lunedì 22 febbraio 2010

Perchè mi sono candidato al Consiglio Regionale della Lombardia

Inizio questo confronto motivando l'accetazione della candidatura al Consiglio regionale della Lombardia. E per chi vuole rimando al mio sito www.augustoairoldi.it.
E' una candidatura che nasce dalla richiesta di molti amici e tra loro l'intero circolo saronnese del Partito Democratico. Sono state richieste pressanti, che mi hanno indotto a riflettere.

Ho accettato perché credo che l'impegno Regionale possa essere l'evoluzione degli anni di impegno cittadino e provinciale. Ho accettato perché credo che noi lombardi possiamo essere più fedeli ai nostri valori di giustizia, accoglienza e solidarietà senza per questo venire meno alla nostre capacità imprenditoriali e alla nostra innata inclinazione verso il nuovo. Ho accettato perché ritengo opportuno provare a rappresentare le necessità del vasto comprensorio del saronnese. Ho accettato, io, cattolico, di farlo dentro il PD perché credo nel progetto originario di una casa comune per quanti, cattolici, non credenti e diversamente credenti, hanno a cuore l'impegno per il bene comune. Ho accettato pur conscio delle difficoltà dentro e fuori il Partito Democratico.

Una politica più sobria e più vicina alla gente. Una Regione più attenta all’emergenza lavoro per le famiglie che lo perdono, i giovani che non lo trovano, gli artigiani e i piccoli imprenditori che chiudono. Un modello economico/sociale che non ci costringa in continua emergenza ambientale. Un sistema di trasporti finalmente efficiente. Una formazione scolastica che sia veicolo di ingresso nel mondo del lavoro. Una sanità che metta al centro la persona piuttosto che il profitto. Se, come me, credi che questi siano obiettivi per i quali valga la pena impegnarsi, possiamo raggiungerli insieme.

Voglio condurre una campagna elettorale sobria e in sintonia con i valori nei quali credo. Più basata sulla collaborazione degli amici e dei molti che hanno fiducia in me, che su costose spese pubblicitarie. Possiamo collaborare a partire dal mio sito www.augustoairoldi.it dove troverete qualche notizia su di me e le mie proposte. Possiamo partire da quest blog con il quale rimanere in contatto e dialogare.

Lavorando assieme per il bene comune della gente di Lombardia, forse riusciremo a raggiungere un risultato importante.

Augusto Airoldi